Macroglossum stellatarum, Fiutola, Farfalla sfinge, Sfinge colibrì
La sfinge del galio (Macroglossum stellatarum (Linnaeus, 1758)) è un lepidottero appartenente alla famiglia Sphingidae, diffuso in Eurasia e Nordafrica; è conosciuto anche col nome di fiutola, farfalla sfinge o sfinge colibrì.
Passa con estrema rapidità da un fiore all'altro senza mai posarsi: resta in volo librato su di essi per pochi secondi battendo velocemente le ali ad una frequenza di 70-80 volte al secondo, al pari dei colibrì più piccoli e protendendo la lunga spirotromba verso i fiori per suggere il nettare, analogamente ai colibrì.
Ha abitudini diurne e crepuscolari. Vola nei mesi caldi dell'anno e si posa solo per riposare dopo il crepuscolo, ben nascosta dalla vegetazione, coprendo con le ali anteriori le posteriori e lasciando scoperto l'addome.
Le ali anteriori sono brune, attraversate da ondulate linee nere, mentre quelle posteriori sono arancioni orlate di nero. L'addome è piuttosto ampio, terminato da una breve coda a ventaglio. L'apertura alare è di 45–100 mm e fino a 200mm, la falena può raggiungere una lunghezza da 4 a 6 centimetri.
La sfinge del galio è presente lungo un'ampia fascia boreale del Vecchio mondo, dal Portogallo al Giappone, ma è stanziale solo nelle aree temperato-subtropicali (bacino del Mediterraneo e regioni orientali). È una volatrice resistente e veloce, capace di ampie dispersioni tanto da poter essere osservata potenzialmente ovunque nell'emisfero settentrionale durante l'estate. Tuttavia alle latitudini maggiori (ad esempio a nord delle Alpi europee e del Caucaso russo) raramente sopravvive all'inverno.
Queste falene sono facilmente osservabili in giardini, parchi, prati, cespugli e macchie ai margini dei boschi, dove crescono le piante su cui si alimentano (caprifogli, valeriana rossa e molte altre).
Le larve solitamente pascolano su galio o robbia, ma sono state documentate anche su valeriane, stellarie ed epilobii.
Gli adulti sono particolarmente attratti da fiori nettarini dal calice lungo e sottile, a cui attingono con la proboscide evitando così la competizione con altri insetti. Esempi di tali piante comprendono Valeriana, Jasminum, Buddleia, Nicotiana, Primula, Viola, Syringa, Verbena, Echium, Phlox, Lavandula, Stachys. È noto che essi tendono a "coltivare" i fiori, ossia tornano alle stesse distese floreali pressappoco alla medesima ora del giorno.
Ogni anno si verificano almeno due deposizioni di uova. Gli adulti sono visibili in qualsiasi periodo dell'anno, specialmente nella fascia meridionale dell'areale, dove possono aversi fino a quattro deposizioni. Svernano negli interstizi di rocce, alberi ed edifici; in caso di giornate invernali particolarmente temperate possono emergere per nutrirsi.