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Lago di Como

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Il Lago di Como, detto anche Lario, è un lago italiano naturale prealpino di origine fluvioglaciale ricadente nei territori appartenenti alle province di Como e di Lecco, i cui capoluoghi sorgono nelle due estremità meridionali dei rispettivi rami, composto da tre differenti comparti, popolarmente definiti rami: il bacino di Como e quello di Lecco, pressoché simmetrici, e il bacino di Colico più ampio situato a nord.

Posto a circa 50 km a nord di Milano, è il lago più profondo d'Italia, quello con maggiore estensione perimetrale e il terzo per superficie e volume: la portata del fiume Adda all'uscita del lago si aggira intorno ai 130 metri cubi al secondo, i quali derivano in gran parte dall'alto Adda (87 metri cubi al secondo) e dal Mera (23 metri cubi al secondo), mentre i rimanenti 20 derivano da corsi d'acqua minori. Le cave di marmo presenti nei dintorni del lago sono state essenziali per quanto riguarda la tradizione lombarda di scultori, scalpellini e architetti, «incrementata dalla lunga e impegnativa fabbrica del Duomo di Milano».

Nel 2014 venne definito come il lago più bello del mondo dal quotidiano online The Huffington Post, per il suo microclima e per il suo ambiente costellato da ville e villaggi di prestigio. Oltre a esser stato reso celebre da Alessandro Manzoni che sulla sponda lecchese ambientò il romanzo I promessi sposi, annovera un'imbarcazione a remi tipica che nel tempo è diventata simbolo stesso del lago: il batell, noto più informalmente come "lucia" in ricordo della fuga da Lecco di Lucia Mondella.

Clima

Il clima è quello continentale della Lombardia, lievemente temperato dalla massa d'acqua lacustre. Più freddo, comunque, del lago di Garda, presenta piccole differenze da zona a zona determinate dall'orografia locale. È rigido nel ramo comasco, specialmente nella sponda interna esposta a nord, più mite nel centro lago e lungo la riviera orientale lecchese. Le precipitazioni sono maggiori a occidente e nel Triangolo Lariano.

Flora e fauna

Il territorio lariano, che costituisce un'area a clima privilegiato e mite, è una zona protetta per via della presenza di fauna e flora particolari sempre più rare in Italia. Presso il Museo delle Grigne a Esino Lario è presente una ricca sezione naturalistica dedicata all'analisi dettagliata delle diverse zona fito-climatiche del territorio lariano suddivise per fasce altimetriche e ambientazioni naturalistiche dell'ambiente.ll clima e le piogge (2 000 mm circa l’anno), concentrate in primavera e in autunno, favoriscono lo sviluppo di una flora di tipo mediterraneo: olivo, alloro e cipresso sono frequenti sui pendii che fiancheggiano il lago mentre nei parchi delle ville si trovano anche piante tropicali e subtropicali che si sono ben adattate. La vegetazione è ripartita per zone altimetriche, con essenze mediterranee lungo la costa, querce e castagni nella zona collinare (500-800 metri), faggeti, abeti, larici e pini mughi in montagna. Il piano più elevato (fino a 2 000 metri) è caratterizzato da ginepri, rododendri, mirtilli e ontani verdi.

L'ittiofauna del lago conta oltre 26 specie ittiche di cui alcune autoctone. Nonostante la pesca in passato fu una delle attività eminenti del territorio, la particolare morfologia del lago di Como, caratterizzata da ripide sponde subito digradanti verso grandi profondità, determina una grande estensione della zona pelagica a discapito di una zona litorale molto ridotta e circoscritta. Ne consegue che il popolamento ittico è in gran parte costituito dalle specie pelagiche, come i coregoni (presenti nelle due specie quali il lavarello e la bondella), la trota di lago, l'agone e l'alborella; con l'eccezione di quest'ultima, che si spinge nella zona litorale anche per motivi alimentari, queste specie trascorrono gran parte della loro esistenza in profondità, cibandosi di zooplancton mentre sulle rive la loro pur abbondante presenza è avvertibile solo durante il periodo riproduttivo, quando gli esemplari maturi si portano sui bassi fondali per la deposizione delle uova. Di essi solo la bondella predilige anche per la riproduzione i fondali profondi sino a 50 metri.

Le specie ittiche più legate all'ambiente litorale, estremamente ridotto, raggiungono localmente densità molto elevate ma, nell'insieme, costituiscono una componente largamente minoritaria dell'ittiofauna lacustre. Molte delle specie caratteristiche della zona litorale del Lario appartengono alla famiglia dei ciprinidi, come il triotto, il cavedano, il pigo, la scardola e la tinca. Tra i predatori litorali, spicca per importanza il persico reale, mentre il luccio non raggiunge popolazioni consistenti a causa dell'habitat poco congeniale alle sue esigenze dipendente da una generale scarsità di vegetazione acquatica sommersa unitamente alla ripidità delle sponde. Le piante acquatiche costituiscono infatti il substrato naturale per la deposizione delle uova e l'ideale territorio di caccia del luccio, che non a caso raggiunge densità decisamente più elevate nell'estrema porzione settentrionale del lago e nel canale del Mera, dove sono tuttora presenti vaste aree a canneto.

Il carassio e il pesce gatto nero hanno recentemente fatto la loro comparsa nelle zone litorali del Lario ma la loro presenza è ancora molto rara. Con ancora minore frequenza è possibile avvistare qualche raro esemplare di persico trota, pesce predatore tipico dei bassi fondali ricchi di vegetazione acquatica e pertanto non molto attratto dalle ripide sponde del Lario. Alcune specie alloctone si sono rivelate invasive e dannose per l'ecosistema lacustre e sono oggetto di interventi di contenimento, ad esempio il siluro, il gardon e il carassio ma è il gambero della Louisiana che, data la sua aggressività, si è sviluppato in maniera prepotente nelle acque del lago superando le specie autoctone. Importante l'incubatoio Marco de Marchi di Fiumelatte, moderno stabilimento per la piscicoltura. La pesca sul lago è oggi severamente regolamentata. Sulle sponde del lago in una cava nei pressi del comune di Perledo a fine 1800 sono stati ritrovati anche fossili di pesci preistorici come il Perleidus e il più famoso rettile Lariosaurus, scambiato erroneamente per il mostro del Lario, il cui primo esemplare fossile fu rinvenuto a Perledo circa nel 1830.

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Il Lago di Como, detto anche Lario, è un lago italiano naturale prealpino di origine fluvioglaciale ricadente nei territori appartenenti alle province di Como e di Lecco, i cui capoluoghi sorgono nelle due estremità meridionali dei rispettivi rami, composto da tre differenti comparti, popolarmente definiti rami: il bacino di Como e quello di Lecco, pressoché simmetrici, e il bacino di Colico più ampio situato a nord.

Posto a circa 50 km a nord di Milano, è il lago più profondo d'Italia, quello con maggiore estensione perimetrale e il terzo per superficie e volume: la portata del fiume Adda all'uscita del lago si aggira intorno ai 130 metri cubi al secondo, i quali derivano in gran parte dall'alto Adda (87 metri cubi al secondo) e dal Mera (23 metri cubi al secondo), mentre i rimanenti 20 derivano da corsi d'acqua minori. Le cave di marmo presenti nei dintorni del lago sono state essenziali per quanto riguarda la tradizione lombarda di scultori, scalpellini e architetti, «incrementata dalla lunga e impegnativa fabbrica del Duomo di Milano».

Nel 2014 venne definito come il lago più bello del mondo dal quotidiano online The Huffington Post, per il suo microclima e per il suo ambiente costellato da ville e villaggi di prestigio. Oltre a esser stato reso celebre da Alessandro Manzoni che sulla sponda lecchese ambientò il romanzo I promessi sposi, annovera un'imbarcazione a remi tipica che nel tempo è diventata simbolo stesso del lago: il batell, noto più informalmente come "lucia" in ricordo della fuga da Lecco di Lucia Mondella.

Clima

Il clima è quello continentale della Lombardia, lievemente temperato dalla massa d'acqua lacustre. Più freddo, comunque, del lago di Garda, presenta piccole differenze da zona a zona determinate dall'orografia locale. È rigido nel ramo comasco, specialmente nella sponda interna esposta a nord, più mite nel centro lago e lungo la riviera orientale lecchese. Le precipitazioni sono maggiori a occidente e nel Triangolo Lariano.

Flora e fauna

Il territorio lariano, che costituisce un'area a clima privilegiato e mite, è una zona protetta per via della presenza di fauna e flora particolari sempre più rare in Italia. Presso il Museo delle Grigne a Esino Lario è presente una ricca sezione naturalistica dedicata all'analisi dettagliata delle diverse zona fito-climatiche del territorio lariano suddivise per fasce altimetriche e ambientazioni naturalistiche dell'ambiente.ll clima e le piogge (2 000 mm circa l’anno), concentrate in primavera e in autunno, favoriscono lo sviluppo di una flora di tipo mediterraneo: olivo, alloro e cipresso sono frequenti sui pendii che fiancheggiano il lago mentre nei parchi delle ville si trovano anche piante tropicali e subtropicali che si sono ben adattate. La vegetazione è ripartita per zone altimetriche, con essenze mediterranee lungo la costa, querce e castagni nella zona collinare (500-800 metri), faggeti, abeti, larici e pini mughi in montagna. Il piano più elevato (fino a 2 000 metri) è caratterizzato da ginepri, rododendri, mirtilli e ontani verdi.

L'ittiofauna del lago conta oltre 26 specie ittiche di cui alcune autoctone. Nonostante la pesca in passato fu una delle attività eminenti del territorio, la particolare morfologia del lago di Como, caratterizzata da ripide sponde subito digradanti verso grandi profondità, determina una grande estensione della zona pelagica a discapito di una zona litorale molto ridotta e circoscritta. Ne consegue che il popolamento ittico è in gran parte costituito dalle specie pelagiche, come i coregoni (presenti nelle due specie quali il lavarello e la bondella), la trota di lago, l'agone e l'alborella; con l'eccezione di quest'ultima, che si spinge nella zona litorale anche per motivi alimentari, queste specie trascorrono gran parte della loro esistenza in profondità, cibandosi di zooplancton mentre sulle rive la loro pur abbondante presenza è avvertibile solo durante il periodo riproduttivo, quando gli esemplari maturi si portano sui bassi fondali per la deposizione delle uova. Di essi solo la bondella predilige anche per la riproduzione i fondali profondi sino a 50 metri.

Le specie ittiche più legate all'ambiente litorale, estremamente ridotto, raggiungono localmente densità molto elevate ma, nell'insieme, costituiscono una componente largamente minoritaria dell'ittiofauna lacustre. Molte delle specie caratteristiche della zona litorale del Lario appartengono alla famiglia dei ciprinidi, come il triotto, il cavedano, il pigo, la scardola e la tinca. Tra i predatori litorali, spicca per importanza il persico reale, mentre il luccio non raggiunge popolazioni consistenti a causa dell'habitat poco congeniale alle sue esigenze dipendente da una generale scarsità di vegetazione acquatica sommersa unitamente alla ripidità delle sponde. Le piante acquatiche costituiscono infatti il substrato naturale per la deposizione delle uova e l'ideale territorio di caccia del luccio, che non a caso raggiunge densità decisamente più elevate nell'estrema porzione settentrionale del lago e nel canale del Mera, dove sono tuttora presenti vaste aree a canneto.

Il carassio e il pesce gatto nero hanno recentemente fatto la loro comparsa nelle zone litorali del Lario ma la loro presenza è ancora molto rara. Con ancora minore frequenza è possibile avvistare qualche raro esemplare di persico trota, pesce predatore tipico dei bassi fondali ricchi di vegetazione acquatica e pertanto non molto attratto dalle ripide sponde del Lario. Alcune specie alloctone si sono rivelate invasive e dannose per l'ecosistema lacustre e sono oggetto di interventi di contenimento, ad esempio il siluro, il gardon e il carassio ma è il gambero della Louisiana che, data la sua aggressività, si è sviluppato in maniera prepotente nelle acque del lago superando le specie autoctone. Importante l'incubatoio Marco de Marchi di Fiumelatte, moderno stabilimento per la piscicoltura. La pesca sul lago è oggi severamente regolamentata. Sulle sponde del lago in una cava nei pressi del comune di Perledo a fine 1800 sono stati ritrovati anche fossili di pesci preistorici come il Perleidus e il più famoso rettile Lariosaurus, scambiato erroneamente per il mostro del Lario, il cui primo esemplare fossile fu rinvenuto a Perledo circa nel 1830.

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