Paese

Nepal

1273 specie

Il Nepal, ufficialmente Repubblica Federale Democratica del Nepal, è uno stato dell'Asia meridionale di 147 516 km² con 30 034 989 abitanti al 2021, la cui capitale è Katmandu, confinante a nord con la Cina e a sud con l'India ed è uno Stato senza sbocco sul mare.

Geografia

Il Nepal è posizionato tra i 26° e i 30° di latitudine nord e tra gli 80° e gli 88° di longitudine est. Il territorio ha una vaga forma trapezoidale, da est a ovest si estende per circa 850 km e da nord a sud l'estensione non supera mai i 250 km.. La superficie complessiva è pari a 147 181 km² dei quali 143 351 km² sono terra e 3 830 km² sono acque interne. Fonti governative nepalesi dichiarano una superficie pari a 147 561 km² includendo anche i territori contesi di Kalapani, Lipulekh e Limpiyadhura.

Il paese non ha sbocchi sul mare, confina a nord con la Cina (Regione Autonoma del Tibet) e a sud, est e ovest con l'India (da est a ovest con gli stati di Uttarakhand, Uttar Pradesh, Bihar, Bengala Occidentale e Sikkim).

Idrografia

Tutto il territorio del Nepal tributa al bacino del Gange.

I maggiori affluenti e subaffluenti di sinistra (specie per portata d'acqua) del corso d'acqua indiano provengono quasi tutti dal Nepal. A parte i tributari minori, sostanzialmente si fa riferimento a tre bacini idrografici principali. Da occidente a oriente, nell'ordine, essi sono: il bacino del Karnali, quello del Narayani-Gaṇḍakī e quello del Sapt Kosi.

Essi traggono origine dalla sezione più elevata della catena dell'Himalaya, e talvolta addirittura dallo stesso altopiano del Tibet. Nel secondo caso percorrono a volte centinaia di chilometri prima d'entrare in territorio nepalese dopo essersi scavati numerose gole che tagliano la catena dell'Himalaya.

Il loro regime è comunque torrentizio, essendo influenzato sia dallo scioglimento delle nevi dei ghiacciai e nevai himalayani, sia dalle precipitazioni estive monsoniche: non di rado il rapporto fra le portate minime invernali e quelle estive supera le 100 volte. In estate possono verificarsi inondazioni devastanti. L'alimentazione anche nivale di questi corsi d'acqua ne garantisce, pure ad acque basse, una sempre più che discreta portata.

  • Il Karnali nasce da due rami, denominati rispettivamente Humla Karnali e Mugu Karnali. Percorre una valle in accentuata pendenza (il fiume è noto dal punto di vista turistico perché assai sfruttato per il rafting) in un ambiente di canyon e giungle. Le portate sono possenti nella stagione delle piogge dai suoi affluenti Seli e Bheri (quest'ultimo a sua volta formato dal Thuli Bheri e dal Sani Bheri). Costituisce il maggiore fiume del Nepal per lunghezza, superficie di bacino e portata d'acqua: le portate massime sono di diverse migliaia di metri cubi al secondo.
  • Il Narayani drena invece la sezione centrale del Nepal ed è alimentato da un ventaglio di affluenti e subaffluenti: Kali Gaṇḍakī, Seti (che bagna Pokhara, secondo agglomerato urbano del Nepal nonché centro turistico per le escursioni e il trekking sull'Annapurna), Marsyangdi, Buri Gandaki, Trisuli, Rapti, ecc. Pure questi fiumi sono ampiamente sfruttati per il rafting, anche se i progetti di valorizzazione idroelettrica del Nepal stanno in qualche caso compromettendone l'uso turistico. Riguardo alla valle del Kali Gandaki (fiume sacro del Nepal, sulle cui rive si susseguono numerosi siti di cremazione e sepoltura), esiste una curiosità geografica rilevante e relativa alla sua porzione mediana: la cosiddetta Gola del Kali Gaṇḍakī è infatti considerata la valle più profonda del mondo (oltre 6,5 chilometri di dislivello fra fondovalle e creste montuose) siccome scorre fra i due "ottomila" Annapurna e Dhaulagiri che si fronteggiano rispettivamente in sinistra e destra idrografica (distando le cime meno di 40 km l'una dall'altra) e il fondovalle è a meno di 1 500 m sul livello del mare. La parte alta del Kali Gandaki attraversa invece la remota e desertica regione del Mustang che, compresa fra le catene dell'Himalaya e del Transhimalaya, non riceve nemmeno un consistente tributo idrico nella stagione dei monsoni, perché le correnti d'aria umida si fermano contro il versante meridionale della catena himalayana e qui scaricano ingenti masse d'acqua. La città di Pokhara, ad esempio, in virtù della sua posizione geografica (nella fattispecie ai piedi del versante sud del massiccio dell'Annapurna, senza catene di monti molto elevate che sostanzialmente la isolino dal bassopiano gangetico) è molto più esposta ai monsoni estivi umidi di quanto non lo sia Katmandu, più protetta a sud dalla catena del Mahabharat sicché, durante il monsone estivo, riceve quasi il 90% delle precipitazioni annue (anche superiori a 2 500 mm di pioggia) mentre tale quota si riduce al 65% - 70% per la capitale.
  • Il Sapt Kosi infine occupa la sezione orientale del Nepal, coi suoi numerosi affluenti e subaffluenti: Indruwati, Bhote Koshi, Tamba Kosi, Dudh Kosi (che scende dalla zona dell' Everest), Arun, Tamur, ecc. Anche questi fiumi sono utilizzati per il rafting e sfruttati a scopo idroelettrico.

All'estremità occidentale del Nepal scorre poi il Kati, altro fiume himalayano tributario del Gange, che marca con il suo corso quasi tutto il confine occidentale con l'India.

Esiste infine un sistema idrografico secondario che scaturisce dalle catene montuose interne (Mahabharat o Middle Hills, ecc.) caratterizzato da regime assolutamente torrentizio (con rapporti fra portate di piena e di magra anche maggiori di 1 000 volte) in dipendenza delle sole piogge monsoniche concentrate nei mesi da giugno a settembre. Le montagne da cui traggono origine questi fiumi sono troppo poco elevate (massimo 2 700 m s.l.m.) per consentire la formazione di ghiacciai. Fra questi fiumi citiamo il Bagmati, fiume sacro del Nepal (sulle sue rive, nei pressi dell'aeroporto di Katmandu, si trova il celeberrimo sacro tempio hindu di Pashupatinath) che origina poco a nord di Katmandu e bagna la città e il suo sobborgo meridionale di Patan raccogliendo numerosi piccoli affluenti nella valle di Katmandu e nell'area metropolitana della capitale nepalese, prima di entrare in territorio indiano e confluire nel Gange.

Clima

Il paese è caratterizzato da un clima subtropicale, che presenta principalmente due fasi stagionali: la stagione delle piogge (da giugno a fine settembre) e la stagione secca (il resto dell'anno). Questa alternanza è dovuta alla presenza dei monsoni, i venti periodici caratteristici dell'Asia meridionale e sudorientale.

Il monsone estivo spira dall'oceano Indiano verso il continente caricandosi di umidità e portando la pioggia, mentre quello invernale spira dall'arido altopiano del Tibet verso l'oceano, dando origine a un cielo terso e a un clima secco.

Vi possono essere delle forti escursioni termiche tra estate e inverno ma, data la variabilità del territorio, è anche assai facile che una certa zona presenti un microclima diverso da un'altra.

Il mese più caldo è maggio, al termine della stagione secca. Il periodo in cui la natura è più rigogliosa è invece l'autunno (all'incirca ottobre e novembre), quando le piogge sono ormai terminate e il clima è divenuto mite.

Ambiente

Dal punto di vista naturalistico sono tutelate le seguenti aree:

  • Area di conservazione dell'Annapurna
  • Parco nazionale reale di Bardia
  • Parco nazionale reale di Chitwan
  • Riserva di caccia di Dhorpatan
  • Area di conservazione del Kanchenjunga
  • Parco nazionale di Khaptad (Baba)
  • Riserva faunistica di Koshi Tappu
  • Parco nazionale ed Area di Conservazione del Makalu-Barun
  • Parco nazionale del Langtang
  • Area di conservazione del Manasalu
  • Area di conservazione del Regno del Mustang
  • Riserva faunistica di Parsa
  • Parco nazionale di Rara
  • Riserva faunistica reale di Suklaphanta
  • Parco nazionale di Sagarmatha ( Everest)
  • Parco nazionale di Shey-Phoksundo

Natura

  • (EN) Associazione nazionale per la tutela della natura, su National Trust for Nature Conservation.
  • (EN) Glacial Lakes and Glacial Lake Outburst Floods in Nepal, su ice.tsu.ru, International Centre for Integrated Mountain Development, marzo 2011. URL consultato il 14 agosto 2011 (archiviato dall'url originale il 1º settembre 2011).
mostra meno

Il Nepal, ufficialmente Repubblica Federale Democratica del Nepal, è uno stato dell'Asia meridionale di 147 516 km² con 30 034 989 abitanti al 2021, la cui capitale è Katmandu, confinante a nord con la Cina e a sud con l'India ed è uno Stato senza sbocco sul mare.

Geografia

Il Nepal è posizionato tra i 26° e i 30° di latitudine nord e tra gli 80° e gli 88° di longitudine est. Il territorio ha una vaga forma trapezoidale, da est a ovest si estende per circa 850 km e da nord a sud l'estensione non supera mai i 250 km.. La superficie complessiva è pari a 147 181 km² dei quali 143 351 km² sono terra e 3 830 km² sono acque interne. Fonti governative nepalesi dichiarano una superficie pari a 147 561 km² includendo anche i territori contesi di Kalapani, Lipulekh e Limpiyadhura.

Il paese non ha sbocchi sul mare, confina a nord con la Cina (Regione Autonoma del Tibet) e a sud, est e ovest con l'India (da est a ovest con gli stati di Uttarakhand, Uttar Pradesh, Bihar, Bengala Occidentale e Sikkim).

Idrografia

Tutto il territorio del Nepal tributa al bacino del Gange.

I maggiori affluenti e subaffluenti di sinistra (specie per portata d'acqua) del corso d'acqua indiano provengono quasi tutti dal Nepal. A parte i tributari minori, sostanzialmente si fa riferimento a tre bacini idrografici principali. Da occidente a oriente, nell'ordine, essi sono: il bacino del Karnali, quello del Narayani-Gaṇḍakī e quello del Sapt Kosi.

Essi traggono origine dalla sezione più elevata della catena dell'Himalaya, e talvolta addirittura dallo stesso altopiano del Tibet. Nel secondo caso percorrono a volte centinaia di chilometri prima d'entrare in territorio nepalese dopo essersi scavati numerose gole che tagliano la catena dell'Himalaya.

Il loro regime è comunque torrentizio, essendo influenzato sia dallo scioglimento delle nevi dei ghiacciai e nevai himalayani, sia dalle precipitazioni estive monsoniche: non di rado il rapporto fra le portate minime invernali e quelle estive supera le 100 volte. In estate possono verificarsi inondazioni devastanti. L'alimentazione anche nivale di questi corsi d'acqua ne garantisce, pure ad acque basse, una sempre più che discreta portata.

  • Il Karnali nasce da due rami, denominati rispettivamente Humla Karnali e Mugu Karnali. Percorre una valle in accentuata pendenza (il fiume è noto dal punto di vista turistico perché assai sfruttato per il rafting) in un ambiente di canyon e giungle. Le portate sono possenti nella stagione delle piogge dai suoi affluenti Seli e Bheri (quest'ultimo a sua volta formato dal Thuli Bheri e dal Sani Bheri). Costituisce il maggiore fiume del Nepal per lunghezza, superficie di bacino e portata d'acqua: le portate massime sono di diverse migliaia di metri cubi al secondo.
  • Il Narayani drena invece la sezione centrale del Nepal ed è alimentato da un ventaglio di affluenti e subaffluenti: Kali Gaṇḍakī, Seti (che bagna Pokhara, secondo agglomerato urbano del Nepal nonché centro turistico per le escursioni e il trekking sull'Annapurna), Marsyangdi, Buri Gandaki, Trisuli, Rapti, ecc. Pure questi fiumi sono ampiamente sfruttati per il rafting, anche se i progetti di valorizzazione idroelettrica del Nepal stanno in qualche caso compromettendone l'uso turistico. Riguardo alla valle del Kali Gandaki (fiume sacro del Nepal, sulle cui rive si susseguono numerosi siti di cremazione e sepoltura), esiste una curiosità geografica rilevante e relativa alla sua porzione mediana: la cosiddetta Gola del Kali Gaṇḍakī è infatti considerata la valle più profonda del mondo (oltre 6,5 chilometri di dislivello fra fondovalle e creste montuose) siccome scorre fra i due "ottomila" Annapurna e Dhaulagiri che si fronteggiano rispettivamente in sinistra e destra idrografica (distando le cime meno di 40 km l'una dall'altra) e il fondovalle è a meno di 1 500 m sul livello del mare. La parte alta del Kali Gandaki attraversa invece la remota e desertica regione del Mustang che, compresa fra le catene dell'Himalaya e del Transhimalaya, non riceve nemmeno un consistente tributo idrico nella stagione dei monsoni, perché le correnti d'aria umida si fermano contro il versante meridionale della catena himalayana e qui scaricano ingenti masse d'acqua. La città di Pokhara, ad esempio, in virtù della sua posizione geografica (nella fattispecie ai piedi del versante sud del massiccio dell'Annapurna, senza catene di monti molto elevate che sostanzialmente la isolino dal bassopiano gangetico) è molto più esposta ai monsoni estivi umidi di quanto non lo sia Katmandu, più protetta a sud dalla catena del Mahabharat sicché, durante il monsone estivo, riceve quasi il 90% delle precipitazioni annue (anche superiori a 2 500 mm di pioggia) mentre tale quota si riduce al 65% - 70% per la capitale.
  • Il Sapt Kosi infine occupa la sezione orientale del Nepal, coi suoi numerosi affluenti e subaffluenti: Indruwati, Bhote Koshi, Tamba Kosi, Dudh Kosi (che scende dalla zona dell' Everest), Arun, Tamur, ecc. Anche questi fiumi sono utilizzati per il rafting e sfruttati a scopo idroelettrico.

All'estremità occidentale del Nepal scorre poi il Kati, altro fiume himalayano tributario del Gange, che marca con il suo corso quasi tutto il confine occidentale con l'India.

Esiste infine un sistema idrografico secondario che scaturisce dalle catene montuose interne (Mahabharat o Middle Hills, ecc.) caratterizzato da regime assolutamente torrentizio (con rapporti fra portate di piena e di magra anche maggiori di 1 000 volte) in dipendenza delle sole piogge monsoniche concentrate nei mesi da giugno a settembre. Le montagne da cui traggono origine questi fiumi sono troppo poco elevate (massimo 2 700 m s.l.m.) per consentire la formazione di ghiacciai. Fra questi fiumi citiamo il Bagmati, fiume sacro del Nepal (sulle sue rive, nei pressi dell'aeroporto di Katmandu, si trova il celeberrimo sacro tempio hindu di Pashupatinath) che origina poco a nord di Katmandu e bagna la città e il suo sobborgo meridionale di Patan raccogliendo numerosi piccoli affluenti nella valle di Katmandu e nell'area metropolitana della capitale nepalese, prima di entrare in territorio indiano e confluire nel Gange.

Clima

Il paese è caratterizzato da un clima subtropicale, che presenta principalmente due fasi stagionali: la stagione delle piogge (da giugno a fine settembre) e la stagione secca (il resto dell'anno). Questa alternanza è dovuta alla presenza dei monsoni, i venti periodici caratteristici dell'Asia meridionale e sudorientale.

Il monsone estivo spira dall'oceano Indiano verso il continente caricandosi di umidità e portando la pioggia, mentre quello invernale spira dall'arido altopiano del Tibet verso l'oceano, dando origine a un cielo terso e a un clima secco.

Vi possono essere delle forti escursioni termiche tra estate e inverno ma, data la variabilità del territorio, è anche assai facile che una certa zona presenti un microclima diverso da un'altra.

Il mese più caldo è maggio, al termine della stagione secca. Il periodo in cui la natura è più rigogliosa è invece l'autunno (all'incirca ottobre e novembre), quando le piogge sono ormai terminate e il clima è divenuto mite.

Ambiente

Dal punto di vista naturalistico sono tutelate le seguenti aree:

  • Area di conservazione dell'Annapurna
  • Parco nazionale reale di Bardia
  • Parco nazionale reale di Chitwan
  • Riserva di caccia di Dhorpatan
  • Area di conservazione del Kanchenjunga
  • Parco nazionale di Khaptad (Baba)
  • Riserva faunistica di Koshi Tappu
  • Parco nazionale ed Area di Conservazione del Makalu-Barun
  • Parco nazionale del Langtang
  • Area di conservazione del Manasalu
  • Area di conservazione del Regno del Mustang
  • Riserva faunistica di Parsa
  • Parco nazionale di Rara
  • Riserva faunistica reale di Suklaphanta
  • Parco nazionale di Sagarmatha ( Everest)
  • Parco nazionale di Shey-Phoksundo

Natura

  • (EN) Associazione nazionale per la tutela della natura, su National Trust for Nature Conservation.
  • (EN) Glacial Lakes and Glacial Lake Outburst Floods in Nepal, su ice.tsu.ru, International Centre for Integrated Mountain Development, marzo 2011. URL consultato il 14 agosto 2011 (archiviato dall'url originale il 1º settembre 2011).
mostra meno