Genere

Turdus

76 specie

Turdus Linnaeus, 1758 è un genere di uccelli passeriformi della famiglia dei Turdidi.

I membri del genere Turdus sono uccelli di medie dimensioni dal piumaggio perlopiù mimetico; prevalentemente terricoli, in aria, sono rapidi e sciolti. Una buona metà delle specie frequenta ambienti situati nella fascia altitudinale inferiore ai 2.000 metri, ma alcune possono spingersi oltre i 4.000 metri di quota. Prediligono ambienti boschivi liberi per la nidificazione e ambienti aperti e semiaperti con facile accesso al suolo per il cibo. Diverse specie danno prova di grande capacità di adattamento ai cambiamenti ambientali. Alcune si lasciano avvicinare abbastanza facilmente e diventano familiari fino ad entrare nella società e nella cultura. In Europa questo posto è detenuto dal merlo, nell’America del nord dal tordo migratore, in Brasile dal tordo pancia rossiccia e in Cile dal tordo delle Falkland. Sono onnivori, con un regime alimentare determinato dalle necessità fisiologiche e caratterizzato da variabilità stagionali. La stagione riproduttiva nell’emisfero settentrionale è compresa tra marzo-aprile e fine agosto, mentre nell’emisfero sud può durare tutto l'anno, con l’attività principale svolta durante la stagione delle piogge. Sessualmente maturi a dodici mesi, depongono da due a sei uova, per ogni covata. Predati da mammiferi, serpenti e rapaci, contribuiscono alla conservazione delle relative specie, utili nella regolazione delle popolazioni di invertebrati e nella propagazione delle specie vegetali che forniscono loro il nutrimento, per le implicazioni relative alla preservazione della biodiversità.

Delle 84 specie del genere Turdus, il 46% risiede nella ecozona neotropicale (Messico meridionale, America centrale e meridionale) ed appena un terzo sono migratrici. Predati da corvidi, rapaci diurni e notturni, serpenti e vari mammiferi, i tordi sono afflitti da un cospicuo numero di parassiti interni ed esterni, alcuni dei quali interessano l’uomo. Presentano uno stato di conservazione relativamente favorevole, infatti 71 specie sono classificate nella categoria Quasi minacciate, nella Lista Rossa delle Specie Minacciate dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN). Distruzione e degrado dell'habitat sono all’origine della diminuzione degli effettivi di alcune specie. Cacciati da tempo immemorabile, i tordi sono utilizzati come richiami per la caccia e per la partecipazione alle gare di canto.

Tra le più antiche raffigurazioni, nelle quali sono rappresentati, gli affreschi etruschi della Tomba del triclinio, risalenti all'inizio del V secolo a.C.. Affreschi raffiguranti nature morte con questi uccelli, destinati alle mense, sono stati ritrovati nelle ville di Ercolano e di Pompei, e nella Villa di Livia a Prima Porta, a Roma. Sul finire del Cinquecento e nei primi anni del Seicento abbondano le tele con tordi appesi a frollare o riversi sui banconi, insieme a tanta altra selvaggina. Il merlo e il tordo sono citati da scrittori e poeti in rapporto ai loro versi e ai loro comportamenti ed abitudini. La palma di cantore malinconico e raffinato spetta al tordo, mentre il merlo si distingue per il suo fischio sonoro e con il suo ciangottio petulante.

Di 84 specie del genere Turdus, 39 (cioè il 46%) sono residenti nella ecozona neotropicale, 19 (23%) nell'ecozona paleartica, 15 (18%) nell’ecozona afrotropicale e le altre dieci specie nelle zone ecologiche neartica, indomalese e oceanica. Nel Madagascar, nelle Hawaii e nelle zone ecologiche antartica e australasiana non ci sono rappresentanti del Genere.

La diffusione delle varie specie è molto eterogenea. Alcune consistono di popolazioni di poche centinaia o migliaia di individui confinate in piccole isole, mentre altre hanno popolazioni estremamente grandi, diffuse su areali molto estesi: ad esempio, il merlo ed il T. mandarinus nell'ecozona paleartica, i tordi africano e oliva nell'ecozona afrotropicale, il tordo migratore americano nell'ecozona neartica e i tordi argilla e panciarossiccia nell'ecozona neotropicale.

I membri del genere Turdus prediligono ambienti boschivi liberi per la nidificazione e ambienti aperti e semiaperti con facile accesso al suolo per il cibo. Una buona metà delle specie frequenta ambienti situati nella fascia altitudinale inferiore ai 2.000 metri, ma alcune possono spingersi oltre i 4.000 metri di quota. Alcune specie si sono adattate molto bene agli ambienti antropizzati, nidificando o trascorrendo la stagione invernale in piantagioni, giardini e parchi pubblici.

Le specie distribuite alle alte e medie latitudini dell’emisfero settentrionale nidificano in un’ampia varietà di habitat, con una preferenza per le foreste con bordi erbosi o radure e boschi collinari o montani, spesso all'interno di zone umide e lungo i corsi fluviali ricchi di vegetazione arborea. D’inverno, si trovano a quote più basse del loro areale e nelle regioni adiacenti dal clima più temperato, dove frequentano habitat simili a quelli estivi. Tuttavia, il grosso dei contingenti soggiorna in ambienti boschivi e di macchia, brughiere, pascoli e aree agricole, nei paesi più meridionali.

Nell’ecozona afro-tropicale, la foresta più o meno densa è l’habitat di molte specie, che apprezzano anche aree aperte con relativamente pochi alberi o con radure e pascoli confinanti con i terreni coltivati. Nelle regioni aride o semiaride, si trovano principalmente in aree boschive rade di miombo e di mopane, nelle boscaglie secche di acacia e nelle zone di macchia, ma anche nelle savane e nelle brughiere, lungo i corsi d'acqua. In altitudine, abitano foreste umide montane, colline ricoperte di erica, arbusteti, brughiere, boschi in rigenerazione e distese di ginepro.

Nel resto dell'emisfero meridionale, occupano un’ampia varietà di habitat boschivi delle regioni tropicali e subtropicali, dalle foreste pluviali di pianura alle foreste nuvolose e a quelle di montagna prevalentemente umide, anche sopra la linea degli alberi. In inverno, si spostano in habitat simili, nelle aree limitrofe situate leggermente a sud, ma ad altitudini più modeste e in aree più aperte. Alle basse altitudini, frequentano praterie e radure ai bordi delle foreste umide, meglio se in prossimità di corsi d'acqua, o punteggiate di alberi sparsi, siepi, arbusteti e aree boschive in fase di rigenerazione.

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Turdus Linnaeus, 1758 è un genere di uccelli passeriformi della famiglia dei Turdidi.

I membri del genere Turdus sono uccelli di medie dimensioni dal piumaggio perlopiù mimetico; prevalentemente terricoli, in aria, sono rapidi e sciolti. Una buona metà delle specie frequenta ambienti situati nella fascia altitudinale inferiore ai 2.000 metri, ma alcune possono spingersi oltre i 4.000 metri di quota. Prediligono ambienti boschivi liberi per la nidificazione e ambienti aperti e semiaperti con facile accesso al suolo per il cibo. Diverse specie danno prova di grande capacità di adattamento ai cambiamenti ambientali. Alcune si lasciano avvicinare abbastanza facilmente e diventano familiari fino ad entrare nella società e nella cultura. In Europa questo posto è detenuto dal merlo, nell’America del nord dal tordo migratore, in Brasile dal tordo pancia rossiccia e in Cile dal tordo delle Falkland. Sono onnivori, con un regime alimentare determinato dalle necessità fisiologiche e caratterizzato da variabilità stagionali. La stagione riproduttiva nell’emisfero settentrionale è compresa tra marzo-aprile e fine agosto, mentre nell’emisfero sud può durare tutto l'anno, con l’attività principale svolta durante la stagione delle piogge. Sessualmente maturi a dodici mesi, depongono da due a sei uova, per ogni covata. Predati da mammiferi, serpenti e rapaci, contribuiscono alla conservazione delle relative specie, utili nella regolazione delle popolazioni di invertebrati e nella propagazione delle specie vegetali che forniscono loro il nutrimento, per le implicazioni relative alla preservazione della biodiversità.

Delle 84 specie del genere Turdus, il 46% risiede nella ecozona neotropicale (Messico meridionale, America centrale e meridionale) ed appena un terzo sono migratrici. Predati da corvidi, rapaci diurni e notturni, serpenti e vari mammiferi, i tordi sono afflitti da un cospicuo numero di parassiti interni ed esterni, alcuni dei quali interessano l’uomo. Presentano uno stato di conservazione relativamente favorevole, infatti 71 specie sono classificate nella categoria Quasi minacciate, nella Lista Rossa delle Specie Minacciate dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN). Distruzione e degrado dell'habitat sono all’origine della diminuzione degli effettivi di alcune specie. Cacciati da tempo immemorabile, i tordi sono utilizzati come richiami per la caccia e per la partecipazione alle gare di canto.

Tra le più antiche raffigurazioni, nelle quali sono rappresentati, gli affreschi etruschi della Tomba del triclinio, risalenti all'inizio del V secolo a.C.. Affreschi raffiguranti nature morte con questi uccelli, destinati alle mense, sono stati ritrovati nelle ville di Ercolano e di Pompei, e nella Villa di Livia a Prima Porta, a Roma. Sul finire del Cinquecento e nei primi anni del Seicento abbondano le tele con tordi appesi a frollare o riversi sui banconi, insieme a tanta altra selvaggina. Il merlo e il tordo sono citati da scrittori e poeti in rapporto ai loro versi e ai loro comportamenti ed abitudini. La palma di cantore malinconico e raffinato spetta al tordo, mentre il merlo si distingue per il suo fischio sonoro e con il suo ciangottio petulante.

Di 84 specie del genere Turdus, 39 (cioè il 46%) sono residenti nella ecozona neotropicale, 19 (23%) nell'ecozona paleartica, 15 (18%) nell’ecozona afrotropicale e le altre dieci specie nelle zone ecologiche neartica, indomalese e oceanica. Nel Madagascar, nelle Hawaii e nelle zone ecologiche antartica e australasiana non ci sono rappresentanti del Genere.

La diffusione delle varie specie è molto eterogenea. Alcune consistono di popolazioni di poche centinaia o migliaia di individui confinate in piccole isole, mentre altre hanno popolazioni estremamente grandi, diffuse su areali molto estesi: ad esempio, il merlo ed il T. mandarinus nell'ecozona paleartica, i tordi africano e oliva nell'ecozona afrotropicale, il tordo migratore americano nell'ecozona neartica e i tordi argilla e panciarossiccia nell'ecozona neotropicale.

I membri del genere Turdus prediligono ambienti boschivi liberi per la nidificazione e ambienti aperti e semiaperti con facile accesso al suolo per il cibo. Una buona metà delle specie frequenta ambienti situati nella fascia altitudinale inferiore ai 2.000 metri, ma alcune possono spingersi oltre i 4.000 metri di quota. Alcune specie si sono adattate molto bene agli ambienti antropizzati, nidificando o trascorrendo la stagione invernale in piantagioni, giardini e parchi pubblici.

Le specie distribuite alle alte e medie latitudini dell’emisfero settentrionale nidificano in un’ampia varietà di habitat, con una preferenza per le foreste con bordi erbosi o radure e boschi collinari o montani, spesso all'interno di zone umide e lungo i corsi fluviali ricchi di vegetazione arborea. D’inverno, si trovano a quote più basse del loro areale e nelle regioni adiacenti dal clima più temperato, dove frequentano habitat simili a quelli estivi. Tuttavia, il grosso dei contingenti soggiorna in ambienti boschivi e di macchia, brughiere, pascoli e aree agricole, nei paesi più meridionali.

Nell’ecozona afro-tropicale, la foresta più o meno densa è l’habitat di molte specie, che apprezzano anche aree aperte con relativamente pochi alberi o con radure e pascoli confinanti con i terreni coltivati. Nelle regioni aride o semiaride, si trovano principalmente in aree boschive rade di miombo e di mopane, nelle boscaglie secche di acacia e nelle zone di macchia, ma anche nelle savane e nelle brughiere, lungo i corsi d'acqua. In altitudine, abitano foreste umide montane, colline ricoperte di erica, arbusteti, brughiere, boschi in rigenerazione e distese di ginepro.

Nel resto dell'emisfero meridionale, occupano un’ampia varietà di habitat boschivi delle regioni tropicali e subtropicali, dalle foreste pluviali di pianura alle foreste nuvolose e a quelle di montagna prevalentemente umide, anche sopra la linea degli alberi. In inverno, si spostano in habitat simili, nelle aree limitrofe situate leggermente a sud, ma ad altitudini più modeste e in aree più aperte. Alle basse altitudini, frequentano praterie e radure ai bordi delle foreste umide, meglio se in prossimità di corsi d'acqua, o punteggiate di alberi sparsi, siepi, arbusteti e aree boschive in fase di rigenerazione.

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