Leone
Regno
Phylum
Subphylum
Classe
Ordine
Sottordine
Famiglia
Genere
SPECIE
Panthera leo
Dimensione della popolazione
23-39 Thou
Durata
12-25 years
Massima velocità
56
35
km/hmph
km/h mph 
Peso
120-249
264-547.8
kglbs
kg lbs 
Lunghezza
140-250
55.1-98.4
cminch
cm inch 

Il leone (Panthera leo Linnaeus, 1758) è un mammifero carnivoro della famiglia dei felidi. Dopo la tigre, è il più grande dei 7 grandi felidi del genere Panthera con alcuni maschi la cui massa corporea supera i 250 kg. Il suo areale è, al 2011, ridotto quasi esclusivamente all'Africa subsahariana; il continuo impoverimento del suo habitat naturale ed il protrarsi della caccia di frodo ai suoi danni ne fanno una specie vulnerabile secondo la IUCN. La definizione è giustificata da un declino stimato tra il 30 e il 50% nella zona africana nei vent'anni precedenti.

Mostra di più

Una popolazione di dimensioni assai ridotte sopravvive nel Gir Forest National Park in India, mentre gli esemplari che abitavano il Nordafrica e il Medio Oriente sono scomparsi da molti secoli. Sino al Pleistocene, circa diecimila anni fa, il leone era il secondo grande mammifero più diffuso dopo l'uomo. A quei tempi si trovavano leoni in gran parte dell'Eurasia e dell'Africa, e, con la varietà Panthera leo atrox, addirittura in America del Nord, dallo Yukon al Perù.

In virtù delle dimensioni e delle abitudini, questo felino non può essere allevato al di fuori di aree protette e parchi naturali o zoologici. Celebre è l'esempio della leonessa Elsa, restituita all'habitat naturale dopo avere vissuto per alcuni anni con i coniugi Adamson. Sebbene le cause del declino dei leoni non siano certe, il degrado dell'habitat ed i conflitti con l'uomo ne sembrano le cause predominanti.

Conosciuto come il "re della savana" o il "re degli animali", in natura un leone sopravvive da dieci a quindici anni, mentre in cattività può arrivare a venti. I maschi, in particolare, non superano spesso i dieci anni d'età in natura, in seguito agli infortuni derivanti dalle lotte con i rivali per il dominio sul branco.

Tipicamente i leoni abitano la savana e le praterie, ma possono adattarsi ad aree cespugliose e foreste. In confronto ad altri felini, i leoni sono animali con uno spiccato spirito di socialità. Un branco è formato generalmente da un maschio alfa (affiancato a volte da alcuni compagni, specialmente fratelli e/o cugini), un gruppo di femmine imparentate tra loro, con cui questo si accoppia, e la loro prole. I cuccioli maschi restano all'interno del branco fino alla loro maturazione sessuale, quando vengono scacciati da parte dell'alfa, ossia il padre. I giovani maschi, una volta allontanati dal vecchio branco, restano insieme, formando un piccolo branco di soli maschi (fratelli/cugini) o fanno squadra con altri nomadi non imparentati con loro, e cercheranno di formare delle loro famiglie, in genere scacciando un altro maschio alfa (e la sua coalizione) prendendo così il controllo del suo branco. Le femmine tipicamente cacciano insieme per il gruppo, principalmente ungulati, mentre i maschi una volta impadronitisi di un branco si nutrono delle prede uccise dalle femmine e solo di rado cacciano essi stessi, sebbene siano perfettamente in grado di farlo. È un cosiddetto predatore alfa, ovvero si colloca all'apice della catena alimentare, non avendo predatori in natura e potendo potenzialmente cibarsi di qualsiasi specie. I leoni non cacciano l'uomo con regolarità, ma alcuni esemplari particolari lo hanno fatto.

Il maschio di leone, assai facile da distinguere, ha una criniera caratteristica e la sua immagine è uno dei simboli più sfruttati nella storia dell'umanità. Le prime rappresentazioni furono fatte nel paleolitico superiore, e troviamo leoni scolpiti o dipinti nelle grotte di Lascaux e nella grotta Chauvet. Essi appaiono nella cultura di praticamente ogni civiltà antica che vi abbia avuto a che fare. Li troviamo inoltre in un'enorme quantità di sculture, dipinti, bandiere nazionali e regionali, film e libri contemporanei. Furono tenuti in ménagerie fin dai tempi dell'impero romano e sono stati la chiave delle esibizioni degli zoo di tutto il mondo a partire dal XVIII secolo. Diversi zoo mondiali stanno collaborando per salvare la sottospecie asiatica.

Mostra meno

Aspetto

Il leone è uno dei più grandi predatori terrestri in assoluto e il più grande in Africa. Fra i felidi, è quello più alto al garrese e, in quanto al peso, è secondo solo alla tigre. Il maschio può pesare dai 150 ai 250 kg, mentre la massa corporea delle femmine varia dai 120 ai 180 kg. Nonostante questa minoranza di peso a cacciare è sempre la femmina mentre il maschio difende il territorio.

Mostra di più

Nowell e Jackson hanno riportato masse corporee medie di 181–220 kg per il maschio e di 126–150 kg per le femmine, e hanno registrato l'abbattimento di un esemplare eccezionale di 272 kg presso il Monte Kenya. L'appartenenza regionale influisce pesantemente sulle dimensioni dei leoni: quelli sudafricani per esempio tendono a pesare in media il 5% in più rispetto a quelli dell'Africa orientale. Specialmente nel passato, prima che la caccia da parte dell'uomo eliminasse gli esemplari più grossi, provocando così il rimpicciolimento genetico della specie, i leoni potevano raggiungere grandi dimensioni. Un esemplare abbattuto nel 1936 presso Hectorspruit nel Transvaal orientale in Sudafrica pesava ben 313 kg.

La sottospecie più grande, oggi estinta in natura, era il leone dell'Atlante, che viveva in Nord Africa e che pesava in media, nei maschi adulti, dai 272 ai 300 kg e poteva raggiungere 3,50 m di lunghezza. Atlas, un leone proveniente dal monte Atlante, e tenuto in cattività dal re del Marocco venne descritto come "molto superiore in dimensioni e coraggio ai leoni dalla criniera nera del Sud-Africa".

La lunghezza del corpo, esclusa la coda, varia da 170 a 250 cm nei maschi e da 140 a 175 cm nelle femmine; l'altezza media al garrese è intorno ai 120 cm per i maschi e 105–110 cm per le femmine (il massimo è rispettivamente di 126 e 110 cm). Il record di lunghezza succitato appartiene a un leone dalla criniera nera lungo 3,64 m che è stato abbattuto presso Muccso, nell'Angola meridionale nell'ottobre 1973.

Il record di dimensioni per un leone in libertà è di 3,6 m di lunghezza per 318 kg di peso, appartenente a un leone del Transvaal.

In cattività la mancanza di attività e di esercizio può comportare casi di obesità che portano i leoni a pesare anche più di 300 kg; un maschio in particolare è riuscito a raggiungere la massa corporea record di 375 kg. Il leone in questione si chiamava Simba e nel 1970, epoca della misurazione, viveva nello zoo di Colchester in Inghilterra. Si tratta di dimensioni ritenute impossibili da raggiungere per un leone selvatico, anche perché l'obesità sarebbe un ostacolo alla caccia e alla lotta per questi animali.

Il leone asiatico è popolarmente ritenuto più piccolo di quello africano poiché i leoni che attualmente sopravvivono in India sono effettivamente più piccoli delle varie sottospecie di leoni africani. Si tratta, tuttavia, di una conseguenza dovuta alla caccia spietata da parte dell'uomo che ha sterminato in gran parte il leone asiatico riducendo la sua popolazione a poche centinaia di unità e riducendo anche le dimensioni della specie (poiché gli esemplari più grossi sono stati uccisi dai cacciatori, sono sopravvissuti solo quelli più piccoli che hanno avuto figli propensi a raggiungere le loro dimensioni piuttosto che superarle). Da uno studio effettuato risulta che tra il 1620 e il 1880 i leoni asiatici misurati pesassero in media tra i 222 e i 255 kg, dimensioni perfettamente paragonabili ai cugini africani. Per contrasto già nel 1994 i leoni asiatici misurati pesavano tra i 160 e i 190 kg, segno che la popolazione si era ridotta di dimensioni a causa della caccia da parte dell'uomo.

La coda ha una lunghezza considerevole compresa tra 90 e 105 cm per i maschi e tra 70 e 100 cm per le femmine. Fatto unico per i felidi, la coda termina con un ciuffo peloso che nasconde una punta ossea di circa 5 cm di lunghezza, la cui funzione non è nota. Assente alla nascita, questa propaggine, spesso dotata di spine e formata dalle ultime ossa della coda saldate assieme, comincia a formarsi dopo i cinque mesi e mezzo d'età ed è completa a sette.

Oltre alla differenza di stazza il più evidente indizio di dimorfismo sessuale è rappresentato dalla folta criniera di cui solo i maschi sono dotati. Si tratta degli unici felini che presentano una caratteristica dimorfa così spiccata. Non è certo che la presenza della criniera abbia influenza sulle abitudini del leone maschio. Se da una parte potrebbe limitarne le capacità mimetiche, dall'altra potrebbe svolgere una funzione protettiva durante i frequenti scontri con altri maschi o con altri predatori.

Gli arti potenti, la formidabile mascella e i canini di 7–8 cm gli permettono di abbattere prede di grandi dimensioni. Il teschio è assai simile a quello di una tigre, anche se la parte frontale è più depressa e appiattita e la parte suborbitale è leggermente più corta. Le aperture nasali sono inoltre più grandi rispetto a quelle della tigre. In ogni caso, vista la grande somiglianza, soltanto la mascella inferiore viene considerata un indicatore affidabile per distinguere le due specie. Un leone è in grado di esercitare una pressione di morso pari a 650-700 psi, equivalenti a 2900-3120 N, la stessa di un grande squalo bianco, sebbene il felino pesi 5 volte di meno; tuttavia, è decisamente minore rispetto a quella di una tigre.

Il colore della pelliccia varia sui toni del giallo e del camoscio, sino al rossiccio e all'ocra, più chiaro nelle parti inferiori del corpo. La criniera varia in colore dal biondo al marrone scuro e generalmente si scurisce con l'età, mentre il ciuffo al termine della coda è invariabilmente nero. I cuccioli nascono con la pelliccia maculata, simile a quella di un leopardo. Anche se al sopraggiungere dell'età adulta le macchie scompaiono, qualche puntino tenue si può spesso osservare sulle zampe e sul ventre, in modo particolare nelle leonesse.

Mostra meno

video

Distribuzione

Geografia

Agli albori del terzo millennio la maggior parte dei leoni vive nelle riserve naturali dell'Africa subsahariana. Una popolazione di poche centinaia di leoni asiatici sopravvive inoltre nel Parco nazionale del Sasan-Gir (1412 km²), nello Stato dei Gujarat in India. Al fine di proteggere questa minuscola popolazione da epidemie e altri rischi ambientali, è in corso un programma di reintroduzione del leone asiatico anche nel Palpur-Kuno Wildlife Sanctuary, una riserva naturale nel vicino Stato del Madhya Pradesh. La popolazione sta aumentando di numero, anche se lentamente.

Mostra di più

Il numero complessivo dei leoni in natura negli anni duemila è stimato tra i 16.000 e i 30.000 esemplari. Questi numeri evidenziano un calo drammatico dagli anni novanta, quando la popolazione di leoni veniva calcolata intorno ai 100.000 esemplari. Le popolazioni rimanenti sono spesso isolate geograficamente dalle altre, cosa che aumenta ulteriormente le difficoltà di conservazione della specie.

In tempi relativamente recenti comunque i leoni vivevano in tutta la zona meridionale del continente eurasiatico, dalla Grecia all'India, e sulla maggior parte dell'Africa, fatta eccezione per la zona della foresta pluviale centrale e per il deserto del Sahara. Sembra che abbiano attraversato inoltre la Beringia e colonizzato l'America in tempi passati, dallo Yukon al Perù. Molte delle sottospecie che occupavano questo immenso areale sono tuttavia estinte.

Erodoto riportò che i leoni erano piuttosto comuni in Grecia intorno al 480 a.C. Attaccarono tra l'altro la spedizione di cammelli da carico del re persiano Serse mentre marciavano attraverso il paese. Già nel 300 a.C. comunque Aristotele li considerava animali rari, e si può dire che prima del 100 d.C. erano stati completamente estirpati. Sino al X secolo inoltre una popolazione di leoni asiatici sopravvisse nel Caucaso, rappresentando l'ultimo avamposto della specie in Europa.

La specie fu invece allontanata dalla Palestina prima del Medioevo e dal resto dell'Asia dopo l'importazione di armi da fuoco portatili nel XVIII secolo. Tra il tardo XIX secolo e l'inizio del XX, si estinse in tutto il Nordafrica e l'Asia occidentale. Alla fine dell'Ottocento in particolare era scomparsa dalla Turchia e dalla maggior parte dell'India settentrionale, mentre l'ultimo avvistamento di un leone vivo in Iran risale al 1941 (tra Shiraz e Jahrom nella Regione di Fars), benché una carcassa di leonessa sia stata ritrovata presso il fiume Karun (nel Khūzestān) nel 1944. Non vi sono stati più comunque ulteriori avvistamenti di leone.

In generale l'habitat naturale di questi animali è la savana. Al contrario i leoni evitano fitte foreste e giungle, nonché aree desertiche, in quanto povere di selvaggina. In Africa in particolare, li troviamo nella prateria della savana puntellate di alberi di Acacia, che offrono all'animale un efficace riparo quando il sole è alto nel cielo. In India invece l'habitat dei leoni è un misto di savana secca e di boscaglia decidua ancora più arida.

Mostra meno
Leone mappa dell'habitat
Leone mappa dell'habitat
Leone
Public Domain Dedication (CC0)

Abitudini e stile di vita

I leoni restano per molto tempo inattivi durante la giornata, stando a riposo per circa 20 ore su 24. Nonostante questo, se si dovesse rendere necessario, i leoni possono attivarsi in qualsiasi momento. In genere il periodo di massima mobilità è quello successivo al tramonto, dedicato alla socialità, alla tolettatura e ai bisogni fisiologici. Raffiche intermittenti di grande attività avvengono durante le ore notturne fino all'alba, dedicate alla caccia. Spendono una media di due ore al giorno camminando o correndo e all'incirca 50 minuti per nutrirsi.

Comportamento stagionale

Dieta e nutrizione

I leoni sono carnivori e il fabbisogno giornaliero di carne raggiunge i 5 kg tra le femmine adulte e i 7 kg tra i maschi. Questi animali possono tuttavia mangiare molto di più quando hanno una preda a disposizione. Riescono infatti a ingoiare fino a 30 kg di carne in un'unica battuta di caccia. Se la preda è troppo grande per divorarla completamente si riposano per qualche ora e ricominciano a mangiare in seguito. Durante le giornate più calde, nel corso di questi momenti di riposo il branco può lasciare uno o due maschi a difendere la preda e ritirarsi in zone più in ombra.

Mostra di più

Le prede predilette sono grandi mammiferi, in particolare gnu, impala, zebre, bufali neri e facoceri nella zona africana dell'areale, antilopi azzurre, bufali d'acqua, gazzelle, cinghiali e varie specie di cervo (come sambar e cervi pomellati) nella parte indiana. Sono molte tuttavia le specie di animale che possono divenire oggetto della caccia di questi felini, a seconda delle necessità. Tra queste ricordiamo ungulati tra i 50 e i 300 kg come kudu, alcelafi, orici gazzella e antilopi. In alcune occasioni, possono nutrirsi anche di animali più piccoli come gazzelle di Thomson, springboks, o addirittura lepri e uccelli. In generale un gruppo di leoni è in grado di abbattere qualsiasi animale, anche se adulto e perfettamente in salute, ma essi tendono a evitare di attaccare animali troppo grandi, come per esempio le giraffe adulte, per evitare il rischio di ferirsi durante l'attacco.

Altre statistiche portano alla luce risultati analoghi, ma leggermente diversi, dovuti anche alle differenze geografiche. Il range di massa corporea delle prede sarebbe infatti compreso tra i 190 e i 550 kg. In Africa, la preda preferita sarebbe lo gnu, che nel Serengeti costituisce più di metà della dieta, seguito dalla zebra. La maggior parte degli ippopotami, rinoceronti ed elefanti adulti, e per opposti motivi le gazzelle e gli impala più piccoli, escono dall'intervallo sopracitato e quindi sono normalmente evitati. In particolari regioni comunque bufali e giraffe adulte sono considerate prede dai leoni locali. Nel Parco nazionale Kruger per esempio, le giraffe sono regolarmente uccise e mangiate, mentre nel Parco nazionale del lago Manyara sono i bufali neri a costituire sino al 62% della dieta dei leoni, poiché in quella zona tali bovini sono presenti in numero abbondante.

Negli stessi luoghi possono occasionalmente catturare addirittura degli ippopotami, mentre in generale i rinoceronti non sono alla loro portata. D'altro canto, anche se pesano meno di 190 kg, i facoceri sono spesso catturati in base alla disponibilità del momento.

Questi felini sono inoltre in grado di apprendere nuove tecniche di caccia e acquisire una preferenza non istintiva per determinati tipi di prede: i leoni della zona del fiume Savuti in Botswana per esempio, sono specializzati nella caccia ai cuccioli di elefante, mentre quelli che vivono presso il fiume Cuando (ancora Botswana) si nutrono soprattutto di ippopotami.

Nel primo caso le guide del Parco nazionale del Chobe hanno spiegato come, spinti da una fame estrema, i leoni abbiano cominciato dapprima ad attaccare i cuccioli di elefante, poi i giovani e in alcuni casi addirittura gli adulti. Per avere la meglio su questi giganti approfittano delle ore notturne, che riducono le capacità visive dei pachidermi.In genere l'attacco a prede di specie insolite è inizialmente giustificato dalla scarsa disponibilità di cibo, ma può in seguito consolidarsi come abitudine. In alcune occasioni comportamenti acquisiti di questo tipo hanno trasformato i leoni in cacciatori di uomini.

I leoni non disdegnano comunque la carne di animali da allevamento: in India per esempio i bovini domestici rappresentano una parte importante della dieta dei pochi leoni liberi ancora presenti. I re della savana arrivano inoltre a uccidere i loro competitori come leopardi, ghepardi, iene, licaoni anche se, diversamente da quanto fanno la maggior parte degli altri felini predatori, assai raramente se ne nutrono. Infine i leoni possono nutrirsi di carogne di animali morti per cause naturali o uccisi da altri predatori, e stanno molto attenti ai movimenti degli avvoltoi, che sono indicatori di animali morti o in gravi difficoltà.

I leoni del deserto della Namibia e del Kalahari in Botswana sono stati addirittura osservati spingersi fino alle coste del mare per cacciare cormorani, foche e sono stati perfino visti nutrirsi di carcasse di balene arenate sulla spiaggia, non certo le loro prede abituali.

Mostra meno

Abitudini di accoppiamento

COMPORTAMENTO DI ACCOPPIAMENTO

I leoni si riproducono in modo sessuato. Le leonesse si riproducono per la prima volta entro il compimento del quarto anno d'età. I leoni maschi divengono sessualmente attivi a 26 mesi ma cominciano a riprodursi solo verso i quattro-cinque anni, poiché in precedenza non sono in grado di conquistarsi un branco e quindi delle compagne proprie. L'accoppiamento non avviene in stagioni specifiche, ma le femmine sono poliestre. Analogamente a quanto avviene per la maggior parte dei felini, il pene del maschio è dotato di spine che puntano all'indietro e aiutano a mantenere la presa durante l'accoppiamento. Dopo il rapporto le pareti della vagina possono essere danneggiate, causando un effetto simile all'ovulazione.

Mostra di più

Nei branchi dove è presente più di un leone maschio, per evitare che sorgano conflitti tra questi riguardo a una leonessa, le femmine hanno sviluppato una strategia efficace: sincronizzano l'estro in modo che ci sia più di una leonessa in calore il che fa sì che ogni maschio abbia la possibilità di accoppiarsi. Il corteggiamento è cominciato dal maschio che segue la femmina in calore e si avvicina a lei progressivamente finché lei non dimostra di ricambiare il suo interesse. Una volta che la femmina si dimostra recettiva ha inizio il corteggiamento che può cominciare sia da parte del leone sia da parte della leonessa: il rituale del corteggiamento è composto da leccate, strofinarsi il muso a vicenda, rotolarsi insieme e diversi segni di affetto.

Analogamente ad altri felini è la femmina a invitare il maschio ad accoppiarsi distendendosi per terra e assumendo la posizione ideale per essere penetrata. In alcuni casi la leonessa esorta il leone al rapporto strofinando la coda e la testa sul muso del compagno per stimolarlo.

Durante il rapporto il leone a volte morde delicatamente il collo della leonessa ed entrambi possono mettersi a ringhiare. All'apparenza feroci, questi gesti sono in realtà sintomi non di rabbia ma di eccitazione sessuale.

I leoni in amore rimangono insieme, separati dal resto del branco, per giorni e trascurano perfino l'alimentazione. Quando non si accoppiano leone e leonessa rimangono comunque uniti dormendo insieme, leccandosi e coccolandosi a vicenda. I maschi sono molto gelosi e protettivi verso le loro femmine e allontanano con irruenza chiunque le avvicini, comportamento condiviso dalle femmine se un'altra leonessa si avvicina al loro compagno. Entrambi si dimostrano più aggressivi verso gli altri animali giacché non amano essere disturbati. Per la stessa ragione le guide safari in jeep mantengono una distanza maggiore da una coppia di leoni.

La gestazione dura in media 110 giorni e la femmina mette alla luce da 1 a 4 cuccioli per volta in un covile appartato, che può essere rappresentato da una macchia di boscaglia, un letto di canne, una grotta o un altro luogo protetto. Essa si allontana pertanto dal branco al momento del parto. Mentre la prole è ancora indifesa la madre caccia da sola rimanendo comunque a una distanza ridotta dal covile. I cuccioli nascono ciechi, e gli occhi si schiudono soltanto una settimana dopo il parto. Il peso di un nuovo nato varia tra gli 1,2 e i 2,1 kg e, dopo i primi movimenti che avvengono un giorno o due dopo la nascita, i primi passi regolari sono compiuti al compimento delle tre settimane. La madre sposta i cuccioli in una nuova tana diverse volte in un mese, trasportandoli per il collo. Si comporta in questo modo per evitare che l'odore dei cuccioli si accumuli in un luogo e possa attirare i predatori.

In genere la madre non rientra nel branco assieme alla prole prima che essa abbia compiuto le 6-8 settimane d'età. La reintegrazione può comunque avvenire in anticipo qualora più leonesse abbiano partorito contemporaneamente. Avviene spesso infatti che esse sincronizzino i loro cicli riproduttivi in modo da partorire insieme ed essere in grado di collaborare all'allevamento e all'allattamento dei cuccioli dopo che essi hanno superato un periodo di isolamento con la madre più breve rispetto all'ordinario. Va osservato che i cuccioli accettano di farsi allattare da qualsiasi femmina del branco e viceversa. Oltre a fornire una maggiore protezione collettiva, questo stratagemma naturale ha anche degli interessanti risvolti evoluzionistici: i cuccioli provenienti da genitori diversi hanno infatti più o meno tutti le stesse dimensioni, e quindi a priori hanno le stesse possibilità di sopravvivenza, evitando la possibilità che un debole sopravviva soltanto perché più adulto degli altri. Succede infatti per esempio che se due leonesse partoriscono a distanza di due mesi i cuccioli più giovani non abbiano la possibilità di accedere al cibo, prevaricati dai più vecchi, e quindi muoiano di inedia.

Oltre all'inedia i cuccioli devono affrontare altri pericoli come la predazione da parte di sciacalli, iene, leopardi, licaoni, aquile marziali e serpenti. Persino i bufali, guidati dall'istinto naturale, quando notano l'odore di una cucciolata di leoni, distruggono il covile dove si trovano e li colpiscono a morte contrastando il disperato intervento della madre. In più, quando un nuovo maschio dominante conquista il dominio del branco, spesso uccide tutti i cuccioli del branco stesso. Il motivo di questo comportamento aggressivo è che le femmine del gruppo non sono fertili e ricettive fino alla maturazione o alla morte dei loro cuccioli. Di fatto, circa l'80% dei cuccioli di leone non raggiunge l'età di due anni.

Quando entrano nel branco i cuccioli sono inizialmente molto timidi e tendono ad avere rapporti solo con le rispettive madri. Cominciano poi a socializzare tra loro giocando e cercano infine di coinvolgere anche gli adulti nei loro giochi. Gli adulti sono tolleranti con i cuccioli e non reagiscono mai con loro a morsi e a graffi, lasciano che i cuccioli giochino con la loro coda (o nel caso dei maschi con la criniera) sebbene il loro grado di tolleranza dipenda dall'individuo e dalla situazione (un leone molto stanco o ferito, per esempio, potrebbe non essere dell'umore di giocare con i cuccioli e allontanarli con un ringhio). In generale, padri e madri sono affettuosi verso i cuccioli e partecipano anche ai loro giochi se incoraggiati. Può capitare che se un cucciolo diventi più debole la madre smette di prendersene cura e concentrarsi sugli altri anche se, come si è visto nel documentario "Africa: Predatori Letali" ad un cucciolo del branco di Nsefu è stata data una seconda possibilità, per quanto magro e fragile, per diventare un leone forte e possente.

Lo svezzamento non avviene prima di sei sette mesi dalla nascita. I maschi sono maturi a tre anni d'età, e a 4-5 sono già in grado di insidiare e sostituire il capo di un altro branco. Cominciano tuttavia a invecchiare a dieci anni, al massimo a 15, ma solo se non hanno mai subito danni considerevoli in una lotta per la difesa del branco. In più, una volta scacciati da un altro maschio, è assai raro che riescano a rifarsi. Tutto ciò sottolinea come il tempo che hanno a disposizione per produrre e crescere una cucciolata (prima che venga eliminata da un altro maschio) è limitato. In teoria, se procreano rapidamente non appena conquistano il potere, i leoni maschi possono produrre più di una generazione di figli prima di essere a loro volta eliminati. Le leonesse spesso tentano di opporsi all'infanticidio dei loro cuccioli, ma scarsamente hanno successo e l'attaccante uccide tutti i cuccioli più giovani di due anni d'età. Una leonessa da sola non può nulla, in quanto più fragile del maschio, ma a volte la ribellione congiunta di più madri può avere la meglio sul capobranco.

Contrariamente a quanto si creda non sono soltanto i maschi sconfitti e allontanati dal branco a diventare nomadi, benché in ogni caso la maggior parte delle femmine preferisca rimanere con il proprio branco di nascita. Quando le dimensioni del branco sono eccessive, tuttavia, le femmine giovani sono costrette ad allontanarsi e a cercare un nuovo territorio dove stabilirsi. I giovani, maschi o femmine, possono inoltre essere soltanto allontanati e non uccisi da un nuovo maschio dominante che dovesse prendere possesso del loro branco. La vita di una femmina nomade è comunque assai dura. Molto difficilmente essa riesce a crescere un cucciolo senza la protezione del gruppo.

Mostra meno

Popolazione

Nicchia ecologica

I leoni e le iene occupano la stessa nicchia ecologica e pertanto si trovano in competizione. Si stima che i loro areali si sovrappongano per il 58,6%. I re della savana possono impossessarsi delle vittime delle iene: nel cratere di Ngorongoro i primi si sostengono in maniera consistente proprio in questo modo, obbligando le seconde a incrementare l'attività di caccia. I leoni sono rapidi a individuare le rivali quando si nutrono, e ciò è stato provato dal Dr. Hans Kruuk, che li ha visti avvicinarsi ogni volta che ha simulato tramite nastri registrati il loro pasto. Al sopraggiungere dei felini, le iene fuggono o attendono pazientemente a una distanza di almeno 30-100 metri che essi abbiano consumato il pasto. In alcuni casi, esse sono abbastanza coraggiose da mangiare accanto ai leoni, e in rare situazioni riescono addirittura ad allontanarli dalla preda. Le due specie possono essere aggressive l'una nei confronti dell'altra anche in assenza di cibo. I leoni possono attaccare branchi di iene senza alcuna ragione apparente. Per esempio un maschio di leone è stato filmato mentre uccideva due iene capi-branco femmina senza nutrirsene. Un'interessante strategia di adattamento ha portato le iene a infastidire i leoni ripetutamente ogni qual volta essi invadono il loro territorio. Esperimenti condotti in cattività hanno mostrato come le iene non abbiano paura alla vista dei felini, ma siano terrorizzate dal loro odore. I leoni maschi pattugliano costantemente il territorio per tenere le iene lontano. Le iene, per i leoni, non sono soltanto dei competitori per le stesse prede ma anche un pericolo per i loro cuccioli, in quanto ucciderebbero i leoncini, se ne avessero la possibilità, per sbarazzarsi di un futuro nemico. Le iene sono in grado di sopraffare le leonesse se si trovano in vantaggio numerico di almeno tre/quattro a uno. I leoni maschi, invece, vengono evitati a tutti i costi. Anche se le iene sono superiori in un rapporto di venti a uno, fuggono terrorizzate di fronte a un leone. I leoni uccidono le iene non per cibarsene ma per sbarazzarsi di un nemico, ma se hanno fame non esitano a nutrirsene.

Mostra di più

I leoni tendono a dominare felini di minori dimensioni come ghepardi o leopardi ove gli areali si sovrappongano, rubando le loro prede e uccidendo cuccioli o addirittura adulti in caso di necessità. Solitamente i leoni e i ghepardi si ignorano perché il ghepardo caccia prede piccole come gazzelle e antilopi che al leone non interessano. Ma un leone disperatamente affamato, come un giovane nomade, quasi certamente cercherà di sottrarre la preda a predatori più deboli e il ghepardo è una vittima frequente. Il ghepardo ha addirittura il 50% di possibilità di vedersi sottrarre la preda da leoni o altri predatori. I leoni uccidono molti cuccioli di ghepardo: fino al 90% di quelli che muoiono nelle prime settimane di vita in seguito all'attacco di predatori. I ghepardi reagiscono cacciando in ore del giorno diverse da quelle dei rivali e nascondendo i cuccioli in folti gruppi di cespugli. Anche se non è facile, le popolazioni di ghepardo che vivono nei territori dei leoni sono stabili, segno che i leoni non costituiscono una minaccia per la sopravvivenza della specie. Si direbbe inoltre che la convivenza tra i due predatori sia collegata alle risorse disponibili: in Tanzania, a causa della continua distruzione dell'ambiente operata dagli esseri umani che causa scarsità di prede e spazio, i leoni e i ghepardi sono costretti a competere più del necessario con il risultato che i leoni uccidono il 75% dei cuccioli di ghepardo. In Botswana, invece, dove la situazione ambientale è migliore, leoni e ghepardi coesistono perlopiù pacificamente e solo il 6% dei cuccioli di ghepardo viene predato dai leoni.

Anche i leopardi usano le stesse tattiche dei ghepardi per evitare i leoni e, come i ghepardi si sanno sostentare anche solo tramite prede di piccole dimensioni. Inoltre, a differenza dei ghepardi, i leopardi sanno arrampicarsi sugli alberi e li usano per tenere cuccioli e prede al riparo. Le leonesse a ogni modo, sono a volte in grado di scalare gli alberi (se questi non sono troppo alti) per impossessarsi del bottino nascosto.

In modo simile, il leone domina il licaone, non solo sottraendogli le prede, ma cacciandone i cuccioli e gli adulti. La densità di licaoni in aree dove i leoni sono abbondanti è conseguentemente scarsa.

Il coccodrillo del Nilo è l'unico predatore simpatrico che può minacciare il leone. In base alle reciproche dimensioni, ciascuno dei due animali può sottrarre la preda e praticare sciacallaggio sull'altro. Dei leoni hanno in passato ucciso coccodrilli avventuratisi sulla terraferma, mentre il contrario accade se i felini si immergono in acqua, come dimostrato dalle ossa di leone occasionalmente rinvenute negli stomaci dei rettili. Come gli altri animali, il coccodrillo non teme leonesse e giovani leoni mentre fugge dai grandi leoni maschi che sono in grado di contrattaccare e mettere in fuga i rettili anche nell'acqua (tuttavia i più grandi coccodrilli maschi adulti non temono nessun leone maschio adulto, a causa della forza e aggressività rispetto al leone).

Mostra meno

Fatti divertenti per i bambini

  • Quando si riposano, i leoni mostrano un comportamento altamente sociale e amichevole, trascorrendo il loro tempo insieme e rafforzando i legami sociali tra i membri del branco: giocano insieme, toccandosi a vicenda e dormono in gruppo.
  • Senza la loro pelliccia, i leoni e le tigri sembrano uguali. Sono estremamente difficili da distinguere l'uno dall'altro poiché la loro struttura corporea è quasi identica. Inoltre, i leoni africani sono parenti di leopardi e giaguari.
  • Il leone maschio è l'unica specie di felino, con la criniera identificativa, che dà all'animale un aspetto maestoso, portando il titolo ""re delle bestie"".
  • I leoni sono la seconda (le tigri sono la prima ) più grande specie vivente di felino.
  • I cuccioli neonati possiedono rosette di colore marrone, che di solito perdono quando crescono, sebbene alcuni individui mantengano segni pallidi per tutta la vita.
  • Nel gruppo, le femmine sono responsabili della caccia, mentre i maschi devono difendere il territorio. Tuttavia, nonostante questa allocazione delle responsabilità, i maschi mangiano sempre per primi.
  • La criniera di un leone maschio si oscura gradualmente nel corso della vita dell'animale, ed è un buon indicatore dell'età del leone.
  • Quando camminano, i talloni dei leoni non toccano il terreno a causa della struttura delle loro zampe.

Coloring Pages

Riferimenti

1. Leone articolo su Wikipedia - https://it.wikipedia.org/wiki/Panthera_leo
2. Leone sul sito della Lista Rossa IUCN - http://www.iucnredlist.org/details/15951/0

Animali più affascinanti da conoscere