Sottofamiglia

Caninae

8 specie

I canini (Caninae Fischer de Waldheim, 1817) sono una sottofamiglia di canidi che comprende tutte le specie viventi della suddetta famiglia e i loro parenti fossili più stretti. Si distinguono da sottofamiglie di canidi ormai estinte come gli esperocionini e dai borofagini per i loro musi e arti allungati, un numero di dita ridotto e la presenza di un legamento nucale.

I canini si trovano su tutti i continenti tranne l'Antartide, avendo colonizzato il mondo naturalmente o con l'aiuto umano nel corso dei millenni. L'odierna volpe rossa, infatti, è il mammifero selvatico più diffuso. Certe specie, come gli sciacalli e i coyote, si sono adattati all'espansione umana, mentre altre, come il caberù, sono in via d'estinzione. In Italia esistono tre specie selvatiche: la volpe rossa, il lupo grigio e lo sciacallo dorato. I primi due sono presenti sulla penisola sin dal Pleistocene medio, mentre l'ultimo è presente nell'Italia nordorientale a partire dai primi anni ottanta del '900.

Il peso e le dimensioni possono variare notevolmente tra una specie e l'altra: il fennec insettivoro, per esempio, pesa appena un chilo e mezzo, mentre il lupo grigio può raggiungere i 60 chili. Tutti i canini sono invece accomunati da una corporatura più o meno uniforme: musi allungati, orecchie erette, arti lunghi, code folte, denti adatti a frantumare le ossa e lacerare la carne.

Sono generalmente animali sociali che vivono in nuclei familiari o piccoli gruppi cooperativi. Solitamente la riproduzione spetta unicamente alla coppia dominante, che darà vita a una sola cucciolata all'anno in una tana sotterranea. I canini comunicano tramite odori e vocalizzi.

Sono dotati di una notevole intelligenza e almeno uno, il cane, è stato fra i primi animali addomesticati dall'uomo. Tra le altre specie addomesticate attraverso la selezione artificiale vi è la volpe rossa domestica e il culpeo. Oltre l'addomesticamento, i rapporti tra l'uomo e i canini selvatici riguardano la caccia per la loro pelliccia e l'impiego come sterminatori "naturali" di roditori nocivi, ma sono anche predatori di bestiame e portatori di varie malattie.

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I canini (Caninae Fischer de Waldheim, 1817) sono una sottofamiglia di canidi che comprende tutte le specie viventi della suddetta famiglia e i loro parenti fossili più stretti. Si distinguono da sottofamiglie di canidi ormai estinte come gli esperocionini e dai borofagini per i loro musi e arti allungati, un numero di dita ridotto e la presenza di un legamento nucale.

I canini si trovano su tutti i continenti tranne l'Antartide, avendo colonizzato il mondo naturalmente o con l'aiuto umano nel corso dei millenni. L'odierna volpe rossa, infatti, è il mammifero selvatico più diffuso. Certe specie, come gli sciacalli e i coyote, si sono adattati all'espansione umana, mentre altre, come il caberù, sono in via d'estinzione. In Italia esistono tre specie selvatiche: la volpe rossa, il lupo grigio e lo sciacallo dorato. I primi due sono presenti sulla penisola sin dal Pleistocene medio, mentre l'ultimo è presente nell'Italia nordorientale a partire dai primi anni ottanta del '900.

Il peso e le dimensioni possono variare notevolmente tra una specie e l'altra: il fennec insettivoro, per esempio, pesa appena un chilo e mezzo, mentre il lupo grigio può raggiungere i 60 chili. Tutti i canini sono invece accomunati da una corporatura più o meno uniforme: musi allungati, orecchie erette, arti lunghi, code folte, denti adatti a frantumare le ossa e lacerare la carne.

Sono generalmente animali sociali che vivono in nuclei familiari o piccoli gruppi cooperativi. Solitamente la riproduzione spetta unicamente alla coppia dominante, che darà vita a una sola cucciolata all'anno in una tana sotterranea. I canini comunicano tramite odori e vocalizzi.

Sono dotati di una notevole intelligenza e almeno uno, il cane, è stato fra i primi animali addomesticati dall'uomo. Tra le altre specie addomesticate attraverso la selezione artificiale vi è la volpe rossa domestica e il culpeo. Oltre l'addomesticamento, i rapporti tra l'uomo e i canini selvatici riguardano la caccia per la loro pelliccia e l'impiego come sterminatori "naturali" di roditori nocivi, ma sono anche predatori di bestiame e portatori di varie malattie.

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