Capra domestica
La capra domestica (Capra hircus Linnaeus, 1758 o, per alcuni autori, Capra aegagrus hircus) è il discendente addomesticato dell'egagro (Capra aegagrus) dell'Asia Minore e dell'Est europeo. L'esemplare maschio è detto becco, capro, caprone o, più raramente, irco.
Le capre sono dei ruminanti; ciò significa che il loro apparato digerente è diviso in tre stomaci, il rumine, il reticolo, l'omaso e uno ghiandolare, l'abomaso.Le pupille delle capre sono a forma di segmento orientato in senso orizzontale: la visione periferica a tre dimensioni è tanto più efficiente quanto più l'oggetto è vicino alla pupilla.Pupille del genere, disposte in orizzontale, potrebbero rappresentare un adattamento alla vita in ambienti prevalentemente rocciosi e montuosi, dove una buona visione in un piano verticale è assai utile.
Alcune razze di capra e di pecora appaiono simili a un esame superficiale; in effetti questi due animali sono assai strettamente imparentati, tuttavia la coda delle capre è sempre rivolta verso l'alto mentre quella delle pecore punta sempre verso il basso.
La specie allo stato selvatico ha un areale che comprende l'Asia Minore, il Caucaso, il Turkestan, l'Iran, il Belucistan, il Pakistan e l'India.Esistono popolazioni selvatiche, introdotte in epoca storica, in alcune isole del Mediterraneo centro-orientale (Creta, Cicladi, Sporadi); popolazioni di capre domestiche, tornate in epoca relativamente recente allo stato selvatico, sono presenti in alcuni paesi europei come la Gran Bretagna. In Italia è presente allo stato selvatico sull'isola di Montecristo (Arcipelago toscano) e sull'isola di Caprera (Arcipelago di La Maddalena). La sua introduzione come specie aliena al di fuori dell'areale naturale ha prodotto gravi danni agli ecosistemi: per questo è stata inserita nell'elenco delle 100 tra le specie invasive più dannose al mondo.
Si tratta di un animale con notevoli facoltà di adattamento a regimi alimentari molto diversificati grazie a un'elevata abilità di selezione degli alimenti e anche di parti della stessa pianta, a una notevole capacità di utilizzazione di foraggi molto fibrosi, a una buona potenzialità di immagazzinamento delle riserve.
Grazie a queste caratteristiche la capra è in grado di adattarsi a condizioni che risulterebbero proibitive per altri animali considerati più "nobili", quali bovini e ovini. D'altra parte ben si adatta anche a condizioni d'allevamento intensive caratterizzate da elevati apporti di concentrati e limitate quantità di foraggi.
Grazie alla loro frugalità e adattabilità a qualsiasi tipo di cibo, sono piuttosto comuni in molti paesi del Terzo Mondo.
Come già detto, lo stomaco di una capra adulta è diviso in quattro parti: quello dei capretti, invece, è praticamente uguale allo stomaco degli animali monogastrici.
Alla nascita, infatti, il rumine è poco sviluppato e cresce in dimensione e capacità di assunzione di nutrienti man mano che il piccolo comincia ad assumere alimenti solidi.
La capra è considerata una specie a ciclo poliestrale stagionale in quanto presenta cicli estrali continui solo in alcuni mesi dell'anno, intervallati da un periodo di anaestro la cui lunghezza è variabile in funzione della latitudine e della razza.In determinati climi, le capre sono in grado di riprodursi per tutto l'anno; le razze di provenienza nordica o montana tendono invece ad avere un ciclo riproduttivo basato sulla lunghezza del fotoperiodo.
La stagione riproduttiva, per questi animali, inizia quando le giornate cominciano ad accorciarsi, per terminare all'inizio della primavera. Alle nostre latitudini il primo calore si manifesta, solitamente, nei mesi di giugno - luglio; se non vi è accoppiamento si può presentare una lunga serie di estri a intervalli regolari (21 giorni), oppure si può verificare un ulteriore periodo di anaestro. Di norma la ciclicità diventa regolare a partire da agosto - settembre fino alla metà di dicembre.
Nel periodo fertile, la femmina è ricettiva per un periodo che va dalle 2 alle 48 ore; le femmine manifestano il loro stato sventolando spesso la coda, vocalizzando più spesso, stando sempre nella vicinanza del capro (se questo è presente), a volte perdendo l'appetito e diminuendo la produzione di latte.
La gestazione dura in media 150 - 155 giorni, al termine dei quali nascono solitamente due gemelli, anche se non è raro trovare parti trigemini o di un solo cucciolo, mentre è assai poco comune assistere a figliate di quattro, cinque o addirittura sei capretti. I parti si verificano tra novembre e aprile con punte massime in gennaio - febbraio.Dopo il parto, solitamente, la madre mangia la placenta, per rimpiazzare parte dei nutrienti persi nello sforzo e per calmare l'emorragia da parto.
Il parto coincide con l'inizio della produzione di latte: una capra d'allevamento produce circa 2,5 l di latte al giorno per 305 giorni (tanto dura l'allattamento), anche se tale quantità può variare a seconda del numero di parti e della razza di capra (in casi eccezionali si arriva a oltre 7 l di latte giornalieri).
Le caprette raggiungono la pubertà intorno ai 5 - 6 mesi, con variabilità in funzione delle caratteristiche genetiche e ambientali. Se non sussistono problemi come, ad esempio, stati di carenza nutrizionale, l'accoppiamento può essere effettuato all'età di 7 - 8 mesi, quando le caprette hanno ormai raggiunto un peso pari al 55 - 60% di quello adulto.
L'allevamento caprino ha origini antichissime: la capra è, infatti, tra gli animali di più antica domesticazione. Essa avvenne verso il 9.000-10.000 a.C. nel medio oriente a partire dalla Capra aegagrus (Bezoar), l'unica vivente all'epoca in quest'area. I primi ad addomesticare le capre, stando ai reperti, furono gli abitanti dei Monti Zagros, in Iran, allo scopo di avere una fonte sicura e sempre accessibile di carne, latte e pelli. Le prime capre domestiche erano tenute in piccoli greggi seminomadi che si spostavano nelle zone collinari alla ricerca di cibo, sempre sorvegliati da pastori, generalmente giovani o adolescenti.