Sciacallo dorato
Regno
Phylum
Subphylum
Classe
Ordine
Sottordine
Famiglia
Genere
SPECIE
Canis aureus
Dimensione della popolazione
Unknown
Durata
8-16 years
Massima velocità
32
20
km/hmph
km/h mph 
Peso
7-15
15.4-33
kglbs
kg lbs 
Altezza
44.5-50
17.5-19.7
cminch
cm inch 
Lunghezza
60-110
23.6-43.3
cminch
cm inch 

Lo sciacallo dorato (Canis aureus Linnaeus, 1758) è un canide lupino di medie dimensioni diffuso in Europa sud-orientale e centrale, Asia Minore, Medio Oriente e Asia sud-orientale. Viene classificato dalla IUCN tra le specie a rischio minimo, dato che ha un vastissimo areale dove trova cibo e ripari in abbondanza. È una specie sociale che vive in famiglie nucleari che consistono di coppie accompagnate dai loro cuccioli. Si tratta di un animale molto adattabile, capace di sfruttare numerose fonti di cibo, dai frutti e gli insetti fino ai piccoli ungulati. Sin dal 2005, la MSW ne riconosce 13 sottospecie, ma alcuni studi genetici condotti nel 2015 hanno dimostrato che sei delle supposte sottospecie in Africa fanno invece parte di una specie a sé stante, il Canis lupaster, riducendo così il numero di sottospecie di sciacallo dorato a sette.

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Benché simile a un lupo grigio di taglia ridotta, lo sciacallo dorato è più snello, con un muso più stretto, una coda più corta e un passo più leggero. Il suo mantello invernale differisce da quello del lupo per le sue sfumature più fulve-rossicce. Malgrado il suo nome informale, non è strettamente imparentato con lo sciacallo dalla gualdrappa e con lo sciacallo striato, essendo invece più imparentato con il lupo grigio, il coyote e il caberù. Può produrre ibridi fertili sia con i lupi grigi che con quelli africani.

Lo sciacallo svolge un ruolo importante nel folclore e nella letteratura mediorientale e asiatica, dove viene spesso rappresentato come un ingannatore, analogo della volpe e del coyote nelle fiabe europee e nordamericane.

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Aspetto

Lo sciacallo dorato è molto simile al lupo grigio nell'aspetto generale ma ne differisce per la taglia ridotta, il peso inferiore, gli arti più corti, il torace più allungato e la coda più corta. La punta della coda discende fino al tallone o leggermente sotto. La testa è meno tozza di quella del lupo, con una fronte meno elevata e un muso più stretto e appuntito. Le proiezioni del cranio sono altamente sviluppate, ma meno di quanto si vede nel lupo. I suoi denti canini sono grandi e tozzi, ma relativamente più snelli di quelli del lupo, e i suoi carnassiali sono meno robusti. I maschi misurano 71-85 cm in lunghezza, 44,5-50 cm in altezza e pesano circa 6-14 kg, mentre le femmine sono leggermente più piccole. Talvolta lo sciacallo sviluppa un'escrescenza cornea sul cranio a cui gli abitanti dell'Asia sud-orientale attribuiscono poteri magici. Solitamente questo corno è lungo circa un centimetro ed è nascosto dal pelo. Le femmine sono fornite di 10 mammelle.

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Il mantello invernale è generalmente di colore grigio-rossastro sporco con le estremità dei peli di guardia nerastre o rosso ruggine. La regione facciale, salvo il muso, è rossastro-ruggine e ocra; al di sopra di ogni occhio, la cui iride può essere sia marrone chiaro che scuro, è presente una striscia nera. Le labbra, le guance, il mento e la gola sono color bianco sporco. La faccia esterna delle zampe è rosso-ocra, mentre quella interna è di colore chiaro. Il mantello estivo è più rado, grossolano e corto, ma è dello stesso colore di quello invernale: è solo più lucente e meno scuro. Lo sciacallo dorato effettua la muta due volte all'anno, in primavera e autunno.

Esemplari melanici non sono sconosciuti e furono nel passato considerati "per niente rari" nel Bengala. Al contrario dei lupi e dei coyote melanici, che storicamente ereditarono il loro manto nero attraverso incroci con i cani, è probabile che il melanismo nello sciacallo dorato sia dovuto a una mutazione indipendente e che sia un tratto adattivo. Nel 2012, un esemplare albino fu fotografato nell'Iran sudorientale.

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video

Distribuzione

Geografia

Gli sciacalli dorati sono generalmente animali di pianura: sul Caucaso e nella Transcaucasia salgono solo molto raramente oltre i 600 metri, sebbene a Borjomi alcuni esemplari siano stati trovati a 900-1 050 metri e in Armenia a 840 metri. La presenza di questi animali e la scelta dell'habitat sono in gran parte determinate dalla disponibilità di cibo, dalla presenza di acqua e di fitte boscaglie dove possono nascondersi agli occhi delle prede e dei nemici. Sono molto abbondanti soprattutto nelle zone dove i corsi d'acqua non rimangono gelati a lungo e dove svernano gli Anseriformi. Sebbene non siano molto adattati a vivere in zone dal clima rigido, gli sciacalli dorati possono sopportare temperature di −25 °C o perfino di −35 °C. Nei periodi di forti nevicate si spostano solamente su sentieri realizzati dall'uomo o da grandi animali. Gli sciacalli evitano le aree desertiche prive di acqua, spingendosi solo ai loro margini. Sulle coste del Mar Nero e del Mar Caspio essi prediligono i fitti boschetti di arbusti spinosi con gallerie attraverso il sottobosco create da animali più grandi, come i cinghiali. In Asia centrale e Kazakistan essi prediligono i boschetti di tugai, le macchie situate su terreni irrigui ormai abbandonati e i canneti. Nelle aree dove la vegetazione è meno fitta, come le valli di Gissar e di Fergana, gli sciacalli risiedono sulle colline più basse, dove trovano rifugio in canali in secca, caverne e tane abbandonate dalle volpi. Nell'Iraq, sono comuni nelle zone coltivate presso il Golfo persico e le montagne più basse. Si trovano anche nei siti archeologici, ove il terreno secco gli permettono di scavare tane durevoli. Si segnalano anche presso le rive dei canali di irrigazione, che forniscono rifugi, terreno soffice e un'abbondanza di prede.

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In Italia questa specie si riproduce sia nei pressi delle cittadine di pianura (dintorni di Udine) che nelle vallate prealpine (valle del corso superiore del Natisone/Nadiza, nella zona orientale del Friuli, sul Carso, in varie valli della Carnia, in val Canale e canal del Ferro; è stato visto in tempi recenti anche nei dintorni del comune di Socchieve, vivendo anche in varie località della catena alpina fino ad altitudini di 1 200/1 300 metri (dintorni di San Vito di Cadore, Carnia, Val Pusteria/Pustertal e sul Monte Peller in Val di Non). Alcuni avvistamenti sono stati fatti anche sulle prealpi Giulie centro-occidentali e sulle prealpi Carniche. Esemplari sub-adulti, comunque, sono stati avvistati anche in alcune aree urbane della pianura alluvionale veneta, sia nella provincia di Venezia (San Donà di Piave) che di Treviso (Preganziol), oltre che in Trentino in Valsugana. Nel 2022 è stata ufficialmente accertata la presenza dello sciacallo dorato europeo (Canis aureus moreoticus) all'interno del Parco nazionale del Circeo.

L'odierno areale europeo dello sciacallo dorato si concentra soprattutto nella Penisola Balcanica, dove la perdita di habitat e l'avvelenamento ne ha causato l'estinzione in molte zone durante gli anni 1960, con la maggior parte delle popolazioni concentrate in zone disperse come Strandža, la costa della Dalmazia, la Macedonia Egea, e il Peloponneso. Si recuperò in Bulgaria nel 1962 in seguito alla protezione legale e da lì espanse il suo areale in Romania e Serbia. Esemplari isolati penetrarono l'Italia, la Slovenia, l'Austria, l'Ungheria e la Slovacchia durante gli anni 1980. Lo sciacallo viene categorizzato come una specie d'allegato V nella Direttiva Habitat, e perciò è una specie protetta in tutti gli stati dell'Unione europea.

In oriente, il suo areale si estende attraverso Turchia, Siria, Iraq, Iran, l'Asia Centrale, l'intero subcontinente indiano, Sri Lanka, Birmania, Thailandia e varie zone dell'Indocina. In India, la specie viene inclusa in CITES allegato III e in Scheda III dell'atto della protezione della fauna del 1972, fornendole così protezione legale, anche se di bassa priorità. Lo sciacallo è diffuso in tutte le zone protette dell'India, tranne nelle aree elevate delle Himalaya.

La Bulgaria ha la popolazione di sciacalli più grande d'Europa, protagonista di un forte incremento dai primi anni 1960 fino agli anni 1980. I fattori decisivi per questa crescita inclusero la sostituzione di foreste naturali con fitti arbusteti, un incremento di carogne provenienti da riserve di caccia statali, una riduzione nel numero di lupi e l'abbandono della pratica dell'avvelenamento. Nei primi anni novanta, fu calcolato che in Bulgaria vivessero fino a 5 000 esemplari di sciacallo. La popolazione aumentò ancora nel 1994, dopodiché sembra essersi stabilizzata.

In Grecia, lo sciacallo è il canide più raro, essendo estinto nelle zone centrali e occidentali e sopravvivendo solo in popolazioni isolate nel Peloponneso, nella Focide, sull'isola di Samo, nella Penisola Calcidica e nella Grecia nordorientale. Attualmente, la popolazione più grande si trova presso la Mesta. Benché sia classificata come una specie vulnerabile nella lista rossa IUCN greca, la specie non è stata formalmente dichiarata protetta.

Le popolazioni in Serbia sono state in uno stato d'incremento sino dagli anni 1970 e si concentrano soprattutto nella Serbia nordorientale e nella Sirmia inferiore. Sono particolarmente comuni presso Negotin e Bela Palanka, dove negli anni 1990 ne furono abbattuti circa cinquecento esemplari. In Croazia, un'indagine nel 2007 rivelò la presenza di 19 branchi nella parte nordoccidentale di Ravni Kotari e di due esemplari su Puntadura. È una specie protetta in Slovenia, dove fu per la prima volta avvistata nel 1952. Nel 2005, una femmina vagabonda fu incidentalmente abbattuta presso Gornji Grad. Nel 2009, due branchi furono scoperti nelle paludi presso Lubiana. In contrasto a questi incrementi, le popolazioni in Albania sono sull'orlo dell'estinzione, con i pochi esemplari rimasti concentrati in tre zone umide lungo l'Adriatico.

Lo stato delle popolazioni in Turchia, Romania, sulla costa settentrionale del Mar Nero e nel Caucaso è pressoché sconosciuto. Ci sono indizi di un incremento in Romania e sulla costa nordoccidentale del Mar Nero ma anche di un declino in Turchia.

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Sciacallo dorato mappa dell'habitat
Sciacallo dorato mappa dell'habitat
Sciacallo dorato
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Abitudini e stile di vita

Lo sciacallo dorato è un animale socialmente flessibile, vivendo in solitudine o in gruppi familiari di 4-5 individui. I suoi vocalizzi sono simili a quelli del cane, ma più "melancolici". Il suo ululato consiste in un "Ai-yai! Ai-yai!" acuto, con almeno una variante interpretata in inglese come «Dead Hindoo, where, where, where» (Indù morto, dove, dove, dove). Gli adulti ululano in piedi, mentre gli esemplari giovani o subordinati lo fanno seduti, con una frequenza che aumenta durante la stagione degli accoppiamenti. Sono stati visti sciacalli ululare in direzione delle campane delle chiese, delle sirene o dei fischi di locomotive e battelli a vapore. Generalmente ululano all'alba, verso mezzogiorno e nelle ore serali. Quando sono in vicinanza di tigri o leopardi gli sciacalli emettono un richiamo d'allarme spesso interpretato come «Pheal», «Phion» o «Phnew». In confronto ai giovani lupi e cani, i cuccioli di sciacallo dorato sono molto più aggressivi e meno giocherelloni fra di loro, con interazioni che spesso degenerano in lotte disinibite.

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Quando vanno a caccia, gli sciacalli solo raramente costituiscono piccoli gruppi, sebbene d'estate, in Transcaucasia, siano stati osservati branchi multifamiliari di 8-12 esemplari. Quando caccia da solo, lo sciacallo dorato pattuglia una determinata area fermandosi ogni tanto per annusare e ascoltare e, una volta individuata la preda, si nasconde, si avvicina piano piano e poi sferra l'attacco. Quando caccia in coppia o in branco, i vari esemplari corrono parallelamente e colpiscono la preda all'unisono. Quando cacciano roditori o uccelli acquatici, corrono su entrambe le sponde di uno stretto fiumiciattolo o torrente, indirizzando la preda da un esemplare all'altro.

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Comportamento stagionale

Dieta e nutrizione

Lo sciacallo dorato ha abitudini alimentari opportunistiche: è sia predatore che spazzino e durante certe stagioni mangia tranquillamente rifiuti e vegetali. Nell'ex Unione Sovietica gli sciacalli cacciano soprattutto lepri, piccoli roditori, fagiani, pernici, anatre, folaghe, gallinelle d'acqua e passeracei. Mangiano anche lucertole, serpenti, rane, insetti, pesci e molluschi. Nei periodi invernali catturano molte nutrie ed anseriformi. Durante questi periodi gli sciacalli uccidono molti più animali di quelli che possono mangiare. Mangiano anche vari frutti, come pere, biancospini, cornioli e i frutti del nespolo comune. In primavera scavano alla ricerca di bulbi e di radici di canna da zucchero selvatica. In estate gli sciacalli bevono regolarmente e sostano spesso in vicinanza di fonti d'acqua. Nei periodi di siccità scavano buche nei canali in secca, bevendo l'acqua raccolta nel terreno, e mangiano pesci morti e uccelli scesi a terra per bere. Nelle vicinanze degli insediamenti umani gli sciacalli si aggirano in cerca di cibo presso i macelli, le discariche e i luoghi dove vengono sotterrati i capi di bestiame morti. In Daghestan, negli anni venti, gli sciacalli erano soliti andare a mangiare lungo le linee ferroviarie, nutrendosi dei resti di cibo gettati fuori dal treno dai passeggeri. In Ungheria le prede più frequenti sono l'arvicola campestre e l'arvicola rossastra, Le informazioni riguardanti la dieta degli sciacalli dell'Italia nord-orientale sono scarse, ma si sa che si nutrono di piccoli caprioli e di lepri. In Turchia gli sciacalli mangiano le uova della rarissima tartaruga verde. Nel Bangladesh nord-occidentale sono state viste coppie di sciacalli catturare presbiti dal ciuffo. Raramente vengono catturati anche giovani esemplari di entello delle pianure settentrionali.

Abitudini di accoppiamento

COMPORTAMENTO DI ACCOPPIAMENTO

In Transcaucasia l'estro comincia agli inizi di febbraio o alla fine di gennaio durante gli inverni più caldi. In Tagikistan e Uzbekistan, la stagione degli amori continua fino ai primi di marzo. Nei maschi la spermatogenesi avviene 10-12 giorni prima che le femmine entrino in estro e durante questo periodo i loro testicoli triplicano di peso. L'estro dura 3-4 giorni e le femmine che non riescono ad accoppiarsi in questo periodo vanno incontro ad una perdita di recettività che dura 6-8 giorni. L'accoppiamento avviene di giorno; al termine di esso i partner rimangono attaccati per 20-45 minuti. Le coppie sono monogame e rimangono unite fino alla morte di uno dei partner. I maschi prendono parte all'allevamento dei piccoli e scavano anche la tana ad essi destinata. Il periodo di gestazione dura 60-63 giorni.

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In Transcaucasia i piccoli nascono solitamente alla fine di marzo e agli inizi di aprile, in Italia nord-orientale molto probabilmente alla fine di aprile, mentre in Nepal possono nascere in ogni periodo dell'anno. Ogni cucciolata è composta da 3-8 piccoli che nascono con gli occhi chiusi e con un soffice pelo che varia di colore dal grigio chiaro al marrone scuro. A un mese di età questo pelo cade e viene rimpiazzato da un nuovo mantello rossastro con macchioline nere. Il periodo dell'allattamento varia in durata a seconda del luogo: nel Caucaso dura 50-70 giorni, mentre in Tagikistan può durare anche 90 giorni. I piccoli iniziano a mangiare carne all'età di 15-20 giorni, sebbene solo raramente vengano nutriti con cibo rigurgitato. Crescono molto rapidamente: all'età di due giorni pesano 201-214 g, a un mese 560-726 g e a quattro mesi 2700–3250 g. Una volta terminata la fase di allattamento vengono allontanati dalla madre. I piccoli delle cucciolate precedenti possono rimanere con i genitori per aiutarli ad allevare la cucciolata successiva, sebbene il loro comportamento sessuale sia soppresso.

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Popolazione

Minacce demografiche

Gli sciacalli dorati possono trasmettere malattie e parassiti dannosi per la salute umana; tra essi vi sono la rabbia e la leishmania di Donovan (che, sebbene sia innocua per gli sciacalli, può causare la leishmaniosi nell'uomo). Negli sciacalli del Tagikistan sud-occidentale è stata riscontrata la presenza di 16 specie di cestodi, nematodi e acantocefali (Sparganum mansoni, Diphyllobothrium mansonoides, Taenia hydatigena, T. pisiformis, T. ovis, Hydatigera taeniaeformis, Diphylidium caninum, Mesocestoides lineatus, Ancylostoma caninum, Uncinaria stenocephala, Dioctophyma renale, Toxocara canis, Toxascaris leonina, Dracunculus medinensis, Filariata e Macracanthorhynchus catulinum). Gli sciacalli infettati da D. medinensis possono infettare le fonti d'acqua con le uova del parassita e causare la dracunculiasi negli uomini che bevono queste acque. Gli sciacalli giocano anche un ruolo importante nella diffusione della cenurosi in ovini e bovini e del cimurro nel cane. Nel luglio del 2006, in uno sciacallo rumeno è stata riscontrata la presenza di Trichinella britovi. Gli sciacalli che si nutrono di pesci e molluschi possono essere affetti da metagominiasi, che è stata recentemente accertata in un esemplare maschio dell'Italia nord-orientale. In Tagikistan sugli sciacalli dorati sono state trovate almeno dodici specie di zecche (tra cui Ixodes, Rhipicephalus turanicus, R. leporis, R. rossicus, R. sanguineus, R. pumilio, R. schulzei, Hyalomma anatolicum, H. scupense e H. asiaticum), quattro specie di pulci (Pulex irritans, Xenopsylla nesokiae, Ctenocephalides canis e C. felis) e una specie di pidocchio (Trichodectes canis). In Italia nord-orientale questa specie è portatrice di una specie di zecca, Ixodes ricinus, e di Dermacentor reticulatus.

Nicchia ecologica

Gli sciacalli dorati tendono ad assumere una posizione dominante sulle specie di Canidi più piccole. In Israele sono molto comuni le volpi rosse; queste ultime, sebbene più piccole degli sciacalli, hanno le stesse abitudini alimentari e quindi le due specie entrano spesso in diretto contrasto. Generalmente le volpi ignorano le tracce odorose lasciate nel loro territorio dagli sciacalli ma evitano qualsiasi incontro fisico con essi. Gli studi hanno dimostrato che, nelle aree dove gli sciacalli sono molto numerosi, la popolazione delle volpi diminuisce notevolmente, in apparenza proprio a causa della competizione con essi. Viceversa, gli sciacalli sembrano più numerosi nelle aree dove non ci sono lupi. Questi ultimi, infatti, non tollerano la presenza degli sciacalli nel loro territorio e sono stati visti avvicinarsi con trotto veloce alle stazioni di richiamo per sciacalli, probabilmente allo scopo di cacciarli via. La recente espansione dello sciacallo in Europa orientale e occidentale è stata attribuita al declino delle popolazioni di lupi in tempi storici. L'attuale diffusione nell'entroterra alto-adriatico sembra essere in rapida espansione nelle varie aree dove i lupi sono assenti o molto rari. In Asia sud-orientale gli sciacalli dorati cacciano in compagnia dei branchi di cuon.

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In India gli sciacalli solitari espulsi dal branco formano relazioni commensali con le tigri. Questi sciacalli solitari, noti come kol-bahl, si attaccano ad una determinata tigre, seguendola a distanza di sicurezza allo scopo di nutrirsi delle prede uccise dal grande felino. Un kol-bahl può perfino avvertire una tigre della presenza di prede emettendo un forte richiamo che risuona come un pheal. Le tigri tollerano questi sciacalli: in un caso conosciuto uno sciacallo camminava confidenzialmente avanti e indietro fra tre tigri che camminavano insieme a pochi metri di distanza l'una dall'altra.

Nel Kutch, in India, le iene striate predano gli sciacalli; una tana di queste predatrici conteneva tre carcasse di sciacallo.

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Coloring Pages

Riferimenti

1. Sciacallo dorato articolo su Wikipedia - https://it.wikipedia.org/wiki/Canis_aureus
2. Sciacallo dorato sul sito della Lista Rossa IUCN - http://www.iucnredlist.org/details/3744/0

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