Cinghiale
Regno
Phylum
Subphylum
Classe
Ordine
Famiglia
SPECIE
Sus scrofa
Dimensione della popolazione
Unknown
Durata
2-27 years
Massima velocità
48
30
km/hmph
km/h mph 
Peso
80-175
176-385
kglbs
kg lbs 
Altezza
55-100
21.7-39.4
cminch
cm inch 
Lunghezza
153-240
60.2-94.5
cminch
cm inch 

Il cinghiale (Sus scrofa Linnaeus, 1758) è un mammifero artiodattilo della famiglia dei suidi.

Originario dell'Eurasia e del Nordafrica, nel corso dei millenni il cinghiale è stato a più riprese decimato e reintrodotto in ampie porzioni del proprio areale e anche in nuovi ambienti, dove si è peraltro radicato talmente bene, grazie alle sue straordinarie doti di resistenza e adattabilità, che viene considerato una delle specie di mammiferi a più ampia diffusione ed è arduo tracciarne un profilo tassonomico preciso, in quanto le varie popolazioni, originariamente pure, hanno subito nel tempo l'apporto di esemplari alloctoni o di maiali rinselvatichiti.

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Da sempre considerato al contempo una preda ambita per la sua carne e un fiero avversario per la sua tenacia in combattimento, solo nel corso del XX secolo ha cessato di essere una fonte di cibo di primaria importanza per l'uomo, soppiantato in questo dal suo discendente domestico, il maiale. Per lo stretto legame con l'uomo, il cinghiale appare frequentemente, e spesso con ruoli da protagonista, nella mitologia di molti popoli.

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Aspetto

Gli esemplari adulti misurano fino a 180 cm di lunghezza, per un'altezza al garrese che può sfiorare il metro e un peso massimo di un quintale circa. Sussistono tuttavia grandi variazioni di dimensioni e peso a seconda delle sottospecie, con tendenza all'aumento dei sopracitati parametri in direttrice Sud-Ovest/Nord-Est: gli esemplari spagnoli di cinghiale, infatti, raramente superano gli 80 kg di peso, mentre in Russia si ha notizia di esemplari di peso superiore ai 250 kg; i maschi hanno dimensioni e peso ben maggiori rispetto alle femmine.

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Nelle Alpi italiane il peso degli adulti dei cosiddetti "neri", soggetti con mantello scuro, grigio-nerastro, oscilla tra i 100 e i 200 kg; nel Centro-sud e in Sardegna il peso medio è sugli 80–90 kg.

Il cinghiale ha costituzione massiccia, con corpo squadrato e zampe piuttosto corte e sottili. Ciascun piede è dotato di quattro zoccoli, dei quali i due anteriori, più grossi e robusti, poggiano direttamente sul terreno, mentre i due laterali sono più corti e poggiano sul terreno solo quando l'animale cammina su terreni soffici o fangosi, favorendo una migliore distribuzione del peso e impedendogli di sprofondare. Nonostante le piccole zampe, il cinghiale si muove piuttosto velocemente, solitamente al trotto, ed è in grado di galoppare molto velocemente anche nel fitto del bosco, ad esempio durante una carica o una fuga, seguendo quasi sempre traiettorie rettilinee.

La coda è pendula e può misurare fino a 40 cm di lunghezza; è interamente ricoperta di setole, che formano un ciuffetto di peli al suo apice. L'animale la agita quando è infastidito o irritato, ma la impiega anche come scacciamosche.

La testa, grande e massiccia, è dotata di un lungo muso conico che termina in un grugno (o grifo) cartilagineo poggiante su un disco muscolare, che assicura grande mobilità e precisione. Grazie alla ricca innervazione, il grugno del cinghiale possiede inoltre grande sensibilità tattile e olfattiva. Il grugno è assicurato al muso grazie a un osso prenasale assai allungato, detto osso fognaiuolo. La fronte, soprattutto nei maschi anziani, è praticamente perpendicolare al muso. Il collo è corto e tozzo e appare praticamente assente nei mesi invernali, con la testa che pare innestarsi direttamente sul torso, quando l'animale è ricoperto da un pelo più folto.

Gli occhi sono obliqui, piuttosto piccoli e posti lateralmente sul cranio, per assicurare al cinghiale una visione quanto più ampia possibile e non essere perciò preso alla sprovvista; la vista è tuttavia piuttosto debole, a vantaggio di altri sensi, come l'olfatto e l'udito. Le orecchie sono di media grandezza e sono portate diritte.

La dentatura del cinghiale si compone di 44 denti, che rivelano abitudini alimentari opportunistiche: dodici incisivi, quattro canini, sedici premolari e dodici molari. Gli incisivi e i premolari tendono a cadere con l'età, mentre i molari sono permanenti; questi hanno forma appiattita e servono a triturare il cibo.

Sono però i canini, spesso chiamati anche zanne, la caratteristica principale del cinghiale. Si tratta di denti a crescita continua, presenti in ambedue i sessi, ma solo nel maschio hanno dimensioni tali da fuoriuscire dalla bocca. I canini inferiori, detti difese, sono più grandi di quelli superiori, detti coti. Profondamente conficcati nella mandibola, possono raggiungere (nel maschio) anche i 30 cm di lunghezza, mentre sono considerate normali lunghezze fra i 15 e i 20 cm, di cui meno della metà protrudono dalla bocca; i canini inferiori crescono con un'incurvatura verso l'alto di 180°, interferendo con i canini superiori e mantenendoli sempre affilati. Zanne eccessivamente lunghe risultano svantaggiose: incurvandosi all'indietro divengono inutili come arma d'offesa. Le zanne cominciano a spuntare a partire dal secondo anno d'età, e nel giro di un anno le inferiori oltrepassano di misura le superiori in lunghezza.

Nelle femmine i canini inferiori misurano sempre meno di 10 cm, mentre i canini superiori sono piccoli e rivolti verso il basso; solo nelle femmine più anziane essi tendono a piegarsi verso l'alto. Lo sfregamento fra canini superiori e inferiori e fra canini superiori e incisivi inferiori, coi quali combaciano, fa sì che le zanne mantengano sempre un orlo tagliente. Le zanne hanno una duplice funzione: sono infatti utilizzate sia come strumenti da lavoro, ad esempio per lo scavo nel terreno, sia come strumenti di difesa o offesa, per difendersi dai predatori o per competere con gli altri esemplari durante il periodo degli amori.

La pelle è molto spessa e poco vascolarizzata, spesso con presenza di cuscinetti adiposi sottocutanei; è una vera e propria corazza, che rende l'animale immune alle punture d'insetto e alle piante spinose del sottobosco, e lo preserva dai morsi di vipera (a meno che non siano assestati in punti nevralgici, come il grugno). Ad eccezione di alcune parti della testa e della parte inferiore delle zampe, la pelle è quasi totalmente ricoperta da setole rigide, frammiste a un sottopelo lanoso più fine e morbido, che isola termicamente il corpo. Le setole sono rivolte all'indietro (verso la coda) su tutto il corpo, tranne che su petto e ventre, dove sono rivolte in avanti. Sulla fronte e sulle spalle il manto forma una sorta di criniera, più evidente in alcune sottospecie: quando l'animale è irritato o impaurito, drizza la criniera, il che lo rende ancora più grande e massiccio alla vista di quanto non sia in realtà.

Il mantello invernale, folto e di colore scuro, nei mesi primaverili lascia il posto al mantello estivo, con perdita della maggior parte del sottopelo e setole dalla punta di colore chiaro. La colorazione del manto varia anche molto a seconda delle popolazioni di cinghiali, mantenendosi tuttavia in una gamma di colori dal bruno-rossiccio al nerastro: in Asia Centrale vi è un'inusuale abbondanza di esemplari di colore biancastro (non però albini), in Russia occidentale sono frequenti animali rossicci, mentre in Manciuria abbondano gli esemplari nerastri. Sporadicamente (tre individui ogni cento circa) sono avvistati cinghiali con pezzature scure di varia grandezza: tale mutazione recessiva è frutto di incroci con maiali domestici.

Gli individui pezzati, come dimostrato da studi compiuti negli anni settanta, hanno indici di mortalità più elevati rispetto ai conspecifici "normali", poiché il loro pelo è meno termoisolante. Il verso del cinghiale è il grugnito, assai simile a quello del maiale: messo di fronte a un pericolo, tuttavia, l'animale sbuffa rumorosamente dalle narici ed emette un brontolio gutturale. Qualora spiazzato o impaurito, invece, il cinghiale emette un acuto gemito.

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video

Distribuzione

Geografia

Il cinghiale è originario dell'Eurasia e del Nordafrica ed era diffuso in tempi storici anche in Inghilterra e Irlanda. La forte pressione venatoria alla quale questo animale è stato praticamente da sempre sottoposto da parte dell'uomo ne provocò la scomparsa dalle isole britanniche probabilmente durante il corso del XIII secolo, salvo poi esservi reintrodotto a più riprese fra il 1610 (da parte di re Giacomo I) e il 1700: questi tentativi di reintroduzione del cinghiale, peraltro, si risolsero sempre in un fallimento, in quanto la pressione venatoria sulle popolazioni introdotte era sempre maggiore rispetto al ritmo riproduttivo di queste ultime.

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Il cinghiale fu inoltre importato dagli spagnoli in Nordamerica attorno alla metà del Cinquecento: esso si è naturalizzato in vaste aree degli Stati Uniti, dove è conosciuto con il nome colloquiale di razorback. Nel 1900, il cinghiale era sparito dalla Danimarca, dalla Tunisia e dal Sudan, mentre era sull'orlo dell'estinzione in Germania, Austria e Russia. La popolazione francese di cinghiali, invece, rimaneva stabile.

A partire dal 1950 l'areale del cinghiale tornò a espandersi e questi animali riconquistarono vaste porzioni del loro areale, diffondendosi a nord fino ad Arcangelo, oltre che in Danimarca e Svezia, complici le fughe di esemplari allevati in cattività e in seguito rinselvatichitisi. L'esplosione demografica del cinghiale negli anni del dopoguerra è dovuta a una serie di cause concatenate: fra queste, la più importante è lo spopolamento delle zone rurali e di media montagna a causa dell'ingente flusso migratorio verso le aree urbane, con il conseguente abbandono di vaste aree rurali che vennero prontamente ricolonizzate dagli abitanti del bosco, fra cui il cinghiale.

In Italia la specie è distribuita, seppure con areale discontinuo, dalla Valle d'Aosta fino alla Calabria, oltre che in Sardegna, in Sicilia, nell'isola d'Elba e in altre piccole isole, dove però è stato introdotto dall'uomo. Popolazioni meno numerose si incontrano in alcune regioni prealpine e sui monti di Lombardia, Veneto, Trentino e Friuli.Recentemente l`espansione dei cinghiali è avvenuta anche in America del Sud. In origine, la presenza dei cinghiali era limitata a Argentina e Uruguay, quest'ultimo un paese di pochi abitanti, circa 3,5 milioni. Il cinghiale, verraco in spagnolo e javalí in portoghese, cominciò a spostarsi dall'Uruguay al sud del Brasile, per l'assenza di predatori naturali. Attualmente, dopo essere passato per il Paraná, Stato brasiliano del sud, è diffuso in Santa Caterina e Rio grande del Sud; è avvistato anche nello Stato di San Paolo. La caccia al cinghiale è autorizzata in Brasile dal gennaio 2013.Il cinghiale oggi vive in tutto il Nord America (Alaska e Canada compresi), tutta la Russia e tutto il Sud America.

Il cinghiale è stato inserito nella lista di cento specie invasive molto dannose, stilata a livello planetario.

I cinghiali europei sono tipici abitatori dei boschi ben maturi e in particolare dei querceti, mentre le sottospecie africane e asiatiche sembrano preferire le aree aperte e paludose. In generale il cinghiale si dimostra però assai adattabile in termini di habitat e colonizza praticamente ogni tipo di ambiente a disposizione, incluso quello urbano dove può trovare facilmente cibo nei contenitori di rifiuti (v. oltre). Nei territori occupati dai cinghiali deve tuttavia essere sempre presente una fonte d'acqua, dalla quale l'animale non si allontana mai molto.

Pertanto, il cinghiale evita le aree desertiche, rocciose e quelle a forte precipitazione nevosa, dove per l'animale risulta disagevole grufolare. I cinghiali, tuttavia, tollerano molto bene il freddo (resistono a temperature di decine di gradi al di sotto dello zero), mentre sono meno adattabili a climi eccessivamente caldi, dove danno segni di sofferenza: l'umidità dell'ambiente li interessa relativamente poco, grazie al pelo altamente isolante.

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Cinghiale mappa dell'habitat
Cinghiale mappa dell'habitat
Cinghiale
Public Domain Dedication (CC0)

Abitudini e stile di vita

Si tratta di animali dalle abitudini crepuscolari e notturne: durante il giorno, i cinghiali riposano distesi in buche nel terreno che essi stessi scavano col muso e gli zoccoli fra i cespugli, per poi ingrandirle con l'usura. Durante l'inverno, tali buche vengono spesso imbottite con frasche e foglie secche. Numerosi punti di riposo si trovano anche lungo i tragitti percorsi dagli animali durante la notte, che collegano le zone di foraggiamento con la tana principale e gli abbeveratoi. Alcuni individui sono stati osservati strappare l'erba alta e le canne per poi porle fra i rami bassi e i cespugli, in modo tale da crearsi dei ripari: in questo senso, i cinghiali sarebbero fra i pochissimi ungulati (assieme ad altri suidi) a costruirsi una tana.

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I cinghiali sono animali sociali, che vivono in gruppi composti da una ventina di femmine adulte coi propri cuccioli, guidate dalla scrofa più anziana: in alcune zone con grande ricchezza di cibo, tuttavia, si trovano gruppi comprendenti anche più di 50 animali, spesso frutto della fusione di più gruppi. I maschi più anziani conducono una vita solitaria per la maggior parte dell'anno, mentre i maschi giovani che ancora non si sono accoppiati tendono a riunirsi in gruppetti. Ciascun gruppo occupa un proprio territorio, che si estende su un'area ampia circa una ventina di chilometri quadrati e viene delimitato tramite secrezioni odorose delle zone labiale e anale: i territori dei maschi sono solitamente più grandi di quelli delle femmine, anche del doppio. Generalmente, il gruppo rimane nello stesso territorio finché le risorse sono sufficienti al proprio sostentamento, per poi abbandonarlo alla ricerca di aree più ricche di cibo qualora la disponibilità alimentare diminuisca: questo spiega l'apparizione improvvisa di cinghiali in aree dove storicamente la loro presenza non è contemplata.

I vari esemplari comunicano fra loro attraverso una vasta gamma di suoni, che comprendono una serie di grugniti a varie frequenze, come anche grida e ruggiti che possono avere la funzione di comunicare la propria appartenenza a un gruppo o la disponibilità all'accoppiamento e al combattimento: l'emissione di suoni si accompagna anche alla comunicazione olfattiva tramite gli odori corporei o le secrezioni ghiandolari. Spesso gli esemplari di uno stesso gruppo praticano una sorta di grooming, lisciandosi vicendevolmente il pelo del dorso con la lingua o il grugno.

I cinghiali sono noti per il temperamento aggressivo: qualora presi alla sprovvista o messi alle strette, infatti, questi animali, anche se feriti o debilitati, attaccano senza pensarci due volte, combattendo strenuamente e risultando molto pericolosi. La diversa conformazione delle zanne nei due sessi provoca anche una diversa reazione davanti al pericolo: mentre il maschio carica a testa bassa, per poi menare fendenti verso l'alto e lateralmente, al fine di sventrare l'aggressore, la femmina si getta sul nemico tenendo la bocca aperta e azzannandolo a ripetizione, spesso infierendo sul suo corpo anche dopo averlo atterrato.

Nonostante la credenza popolare che lo vede come un animale sudicio, il cinghiale cura molto la propria igiene: l'abitudine di rotolarsi nel fango, detta insoglio, è la prima azione che l'animale compie dopo essersi svegliato e ha la duplice funzione di rinfrescare il corpo nei mesi caldi, proteggendolo inoltre da scottature dovute ai raggi solari, e di favorire la cicatrizzazione delle numerose ferite più o meno gravi che l'animale si procura in combattimento o attraverso il semplice movimento nel sottobosco spinoso. Per scrostarsi di dosso il fango essiccato, poi, l'animale si sfrega periodicamente contro superfici verticali, come massi e tronchi d'albero (soprattutto querce ed abeti rossi). Laddove siano assenti pozze d'acqua atte all'insoglio, il cinghiale ne ricava una smuovendo la terra col grugno e urinandovi, per poi rotolarsi nell'impasto ottenuto.

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Comportamento stagionale

Dieta e nutrizione

Si tratta di animali dalla dieta onnivora e molto varia, come dimostra la dentizione mista e lo stomaco scarsamente specializzato, con solo due compartimenti, a differenza dei tre dei pecari e dei quattro dei ruminanti. Pur nutrendosi principalmente di materiale vegetale, come ghiande (nei periodi in cui queste sono particolarmente abbondanti il cinghiale non mangia praticamente altro), frutti, bacche, tuberi, radici e funghi, il cinghiale non disdegna di integrare di tanto in tanto la propria dieta con materiale di origine animale, come insetti e altri invertebrati, uova e talvolta anche carne e pesce, provenienti questi principalmente da carcasse dissotterrate o trovate nei pressi dell'acqua.

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Ogni tanto i cinghiali cacciano attivamente, scegliendo piccoli animali come rane e serpenti, ma anche prede di una certa dimensione, come cerbiatti ed agnelli. Il loro finissimo olfatto consente di fiutare il cibo anche se è sottoterra.

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Abitudini di accoppiamento

COMPORTAMENTO DI ACCOPPIAMENTO

A seconda del clima e della disponibilità di cibo, la femmina può andare in estro da una a tre volte l'anno, con estro di tre giorni su cicli di tre settimane: in Italia le nascite si concentrano in primavera e alla fine dell'estate. Le femmine tendono a sincronizzare il loro ciclo estrale, in modo tale da allevare cuccioli di età simile, massimizzando le probabilità di sopravvivenza della prole.Durante il periodo degli amori, i maschi abbandonano la vita solitaria per aggregarsi ai gruppi di femmine, spesso percorrendo anche grandi distanze sulla scia delle piste odorose e non nutrendosi né riposando per raggiungerne uno al più presto: una volta raggiunto il gruppo, per prima cosa il maschio desidera allontanare i maschi giovani che dovessero ancora trovarsi assieme alla femmina.

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La presenza di numerosi maschi adulti in un gruppo, tuttavia, genera tensioni che si risolvono spesso in aspri combattimenti. Prima del combattimento vero e proprio i maschi compiono una serie di rituali di minaccia, consistenti nel faccia a faccia fra i due contendenti, che cominciano a spruzzare urina e raspare il terreno, sbattendo i denti e schiumando saliva per intimorire l'avversario; solo se questo rituale non scoraggia nessuno dei due maschi si passa alle vie di fatto. Durante il periodo degli amori i cinghiali maschi sviluppano la cosiddetta "armatura", ossia un ispessimento cutaneo adiposo che ricopre il collo e le spalle fino all'altezza dell'ultima costola, per difendersi nei combattimenti; durante il combattimento, infatti, i maschi cozzano testa contro testa, parando i colpi con l'armatura. Ciò non scongiura tuttavia il rischio di lesioni anche gravi, sebbene assai raramente mortali.

Una volta decretato il vincitore, comincia la fase del corteggiamento: il maschio, emettendo un suono simile al rombo di un motore endotermico, comincia a inseguire la femmina più vicina. Una volta raggiuntala, esso comincia a massaggiarle in maniera piuttosto rude la schiena e i fianchi col grugno, emettendo al contempo dei suoni particolari in maniera ritmica: in tal modo la femmina pronta all'accoppiamento si immobilizza, come ipnotizzata, permettendo al maschio di montarla. L'accoppiamento dura circa cinque minuti e avviene numerose volte e con numerose femmine (fino a otto per i maschi più forti e vigorosi), fino alla fine dell'estro della femmina: a questo punto, il maschio abbandona il gruppo e torna alla sua vita solitaria, almeno fino al successivo periodo degli amori.

La gravidanza del cinghiale dura circa 115 giorni. In prossimità del parto, la femmina si isola dal resto del gruppo per costruirsi una tana nel folto della vegetazione, simile ai giacigli che essa è solita usare per la notte. Tale tana spesso ha apertura rivolta verso sud, sicché può essere meglio riscaldata dai raggi solari. In questa tana vengono dati alla luce i cuccioli, che sono in numero variabile da tre a dodici per ciascuna cucciolata. Alla nascita, i piccoli hanno gli occhi aperti e si affannano nella ricerca di uno dei dodici capezzoli materni, disposti in due file lungo il ventre della femmina: in caso di cucciolate particolarmente abbondanti, i cinghialetti più deboli sono perciò destinati a morire d'inedia.

Il pelo del cucciolo è brunastro o rossiccio, con le punte dei peli giallastre, che contribuiscono a farlo sembrare più chiaro di quanto non sia in realtà: su schiena e fianchi sono presenti 4-5 striature orizzontali di un colore che va dal bianco al beige, che danno un forte effetto criptico sul sottobosco e sulla copertura di foglie morte del terreno. Ulteriori striature sono presenti sulla spalla e sul posteriore, mentre maculature dello stesso colore possono essere presenti sul muso del cucciolo: la disposizione delle strisce varia da individuo a individuo, sicché è possibile riconoscere individualmente i giovani cinghialetti.

Per la prima settimana dopo il parto, la femmina di cinghiale abbandona molto raramente la tana coi cuccioli, e se lo fa ha cura di nascondere la cucciolata coprendola con frasche e foglie durante la sua assenza. Le femmine sono estremamente protettive nei confronti della propria prole e durante l'allevamento della cucciolata diventano pericolose in quanto aggrediscono con potenti morsi alle zampe e al corpo qualsiasi intruso che per loro potrebbe rappresentare un pericolo per la progenie, sia esso un pericoloso predatore o anche solamente un visitatore a passeggio per il bosco. Qualora venga sottratto loro un figlio, le femmine inseguono il rapitore al galoppo per svariati chilometri.

A una settimana di vita, i cuccioli sono in grado di seguire la femmina nei suoi spostamenti, tornando alla tana solo durante la notte. A due settimane di vita, i piccoli cinghialetti cominciano a grufolare nel terreno e ad assaggiare cibo solido, ma continuano a succhiare il latte materno almeno fino ai tre mesi di vita: lo svezzamento può dirsi completato solo dopo il quarto mese, ed è solo dopo questo traguardo che la femmina e i cuccioli (che proprio attorno al quarto mese perdono la colorazione giovanile del pelo, per acquisire la colorazione subadulta) fanno ritorno al proprio branco d'origine.

L'indipendenza viene raggiunta attorno al settimo mese di vita; tuttavia i cuccioli tendono a restare con la madre anche fino a un anno d'età, quando vengono scacciati dai maschi adulti bramosi di accoppiarsi con la femmina. Le femmine raggiungono la maturità sessuale attorno all'anno e mezzo di vita, mentre i maschi sono più tardivi e non completano lo sviluppo prima del secondo anno d'età: raramente però riescono ad accoppiarsi prima del compimento del quinto anno, a causa della competizione con altri maschi più anziani e forti.

La speranza di vita dei cinghiali in natura si aggira attorno ai dieci anni, mentre in cattività possono sfiorare il trentesimo anno d'età.

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Popolazione

Nicchia ecologica

I cinghiali sono grossi e forti, e non esitano ad attaccare se disturbati: per questo motivo, è piuttosto raro che un predatore scelga di cacciare questi animali, qualora disponga di altre specie meno impegnative. Il principale predatore dei cinghiali è l'uomo; nelle regioni in cui le due specie si trovano a convivere, tuttavia, anche le tigri cacciano i cinghiali, piombando dall'alto e finendoli azzannando la gola, per evitare che l'animale reagisca e controattacchi..

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Anche il lupo preda il cinghiale: nonostante tendano a nutrirsi dei cuccioli lasciati incustoditi, alcune popolazioni locali di lupo (fra cui quelle italiane, siberiane e spagnole) si nutrono abitualmente anche di cinghiali adulti. Il metodo di caccia raramente è impostato su un attacco diretto al cinghiale, che reagirebbe caricando a testa bassa: gli attacchi avvengono generalmente alle spalle (con qualche lupo che distrae l'animale) e sono indirizzati alla zona di carne morbida del perineo, provocando la morte dell'animale per dissanguamento. È stato dimostrato che la ricomparsa del lupo sulle Alpi italiane ha portato, nelle valli in cui si è insediato, a una scomparsa delle femmine e dei piccoli di cinghiale (in genere migrati nelle valli vicine), lasciando solo i maschi che possono opporre resistenza ai lupi. La caccia da parte dei lupi rende i cinghiali più aggressivi nei confronti di qualsiasi canide.Altri predatori dei cinghiali sono: gli orsi, soprattutto in prossimità dell'inverno, quando hanno bisogno di incrementare le proprie scorte di grasso; i leopardi; le iene striate, anche se solo le sottospecie di maggiori dimensioni possono cacciare cinghiali adulti con successo, e i coccodrilli.

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Coloring Pages

Riferimenti

1. Cinghiale articolo su Wikipedia - https://it.wikipedia.org/wiki/Sus_scrofa
2. Cinghiale sul sito della Lista Rossa IUCN - http://www.iucnredlist.org/details/41775/0

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